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Cerere e il mistero delle sostanze organiche: arrivano dallo spazio profondo

Cerere e la sonda Dawn (NASA foto)

Cerere e la sonda Dawn (NASA foto) - www.aerospacecue.it

Nuove analisi rivelano che i composti organici su Cerere potrebbero essere stati portati da asteroidi provenienti dallo spazio profondo.

Quando l’astronomo siciliano Giuseppe Piazzi, il primo gennaio del 1801, puntò il telescopio verso il cielo e individuò Cerere, probabilmente non si rendeva conto di aver appena scoperto un pezzo fondamentale del puzzle del nostro Sistema Solare. All’epoca lo considerava un pianeta, poi è stato declassato ad asteroide e, infine, promosso a pianeta nano. Ma al di là delle etichette, Cerere è rimasto un oggetto misterioso, che ha catturato l’interesse degli scienziati per decenni. Questo finché la missione Dawn della NASA non ha deciso di fargli visita, raccogliendo dati che avrebbero rivelato qualcosa di davvero sorprendente.

La sonda Dawn, partita nel 2007, ha trascorso più di tre anni e mezzo orbitando attorno a Cerere, scrutandolo da vicino e raccogliendo una quantità impressionante di informazioni. E proprio grazie a queste osservazioni è venuta fuori una delle scoperte più interessanti degli ultimi tempi: la presenza di materiale organico sulla superficie del pianeta nano. Parliamo di molecole che, per farla semplice, sono i cosiddetti “mattoncini della vita“. Questo ha subito fatto scattare mille domande: da dove vengono? Sono nate lì, sul posto, o sono arrivate da qualche altra parte?

Gli scienziati hanno iniziato a esplorare due ipotesi principali. La prima suggerisce che queste sostanze organiche siano di origine endogena, cioè create all’interno di Cerere stesso, magari grazie a fenomeni di criovulcanismo – quei vulcani che eruttano ghiaccio anziché lava. L’altra teoria, invece, propone un’origine esogena: le molecole sarebbero state portate lì da asteroidi che hanno colpito la superficie del pianeta nano nel corso di milioni di anni. Le tracce scoperte erano concentrate soprattutto vicino al cratere Ernutet, nell’emisfero nord di Cerere, ma capire l’origine di quei materiali non era così semplice.

La discussione è andata avanti per anni, con scienziati di tutto il mondo impegnati a interpretare i dati raccolti. E adesso, grazie a un nuovo studio, sembra che il mistero stia finalmente trovando una risposta più chiara. Un team del Max Planck Institute for Solar System Research ha analizzato nuovamente le informazioni della missione Dawn, usando anche algoritmi di intelligenza artificiale per individuare nuovi depositi di materiale organico. E i risultati sono davvero interessanti.

Le prove che puntano allo spazio profondo

Secondo la ricerca, pubblicata su Agu Advances, le sostanze organiche su Cerere non si sarebbero formate lì. Il team guidato da Ranjan Sarkar ha scoperto che la distribuzione dei composti alifatici – molecole molto importanti dal punto di vista astrobiologico – suggerisce che non ci sia stato nessun coinvolgimento di attività vulcanica o criovulcanica. I depositi sono pochi e si trovano soprattutto vicino al cratere Ernutet, ma senza nessuna delle caratteristiche tipiche di processi geologici interni.

Non ci sono duomi lavici, né fessure o bocche vulcaniche, insomma nulla che faccia pensare che il materiale sia emerso dal sottosuolo. Anzi, l’analisi dei nuovi dati ha rivelato altri due siti con presenza di materiale organico, confermando che questi composti non sembrano avere nulla a che fare con fenomeni interni al pianeta nano. A rafforzare questa idea è stato anche il fatto che i ricercatori non hanno trovato crateri profondi vicino ai depositi, il che cambia completamente la prospettiva sulla loro origine.

Tracce nei pressi del cratere Ernutet (Agupubs foto)
Tracce nei pressi del cratere Ernutet (Agupubs foto) – www.aerospacecue.it

Gli asteroidi come corrieri cosmici della vita

Un altro dettaglio interessante emerso dallo studio riguarda la velocità degli asteroidi che si sono scontrati con Cerere. Le simulazioni al computer hanno mostrato che la maggior parte degli impatti è avvenuta con corpi provenienti dalla fascia esterna degli asteroidi. Questi asteroidi non erano abbastanza veloci da generare calore sufficiente a distruggere i composti organici durante l’impatto. In altre parole, le collisioni erano abbastanza “delicate” da lasciare intatte le molecole.

Questa scoperta cambia radicalmente la nostra comprensione dell’origine di queste sostanze su Cerere. Gli scienziati ora sono convinti che i “mattoncini della vita” siano arrivati lì dallo spazio profondo, trasportati da asteroidi che hanno fatto da veri e propri corrieri cosmici. Come ha spiegato Andreas Nathues del Max Planck Institute, “i nostri risultati smentiscono l’idea che il criovulcanismo abbia avuto un ruolo in questa storia”. E così, Cerere non è solo un piccolo pianeta nano nella fascia degli asteroidi, ma una tappa fondamentale per capire come la vita – o almeno i suoi ingredienti – possa viaggiare attraverso il Sistema Solare.