Aumentano di nuovo i carburanti | Il Governo picchia duro stavolta: accise alle stelle per finanziare questa attività

Illustrazione dell'aumento di carburante (Depositphotos FOTO) - www.aerospacecue.it
I carburanti aumentano di nuovo di prezzo, e la situazione continua ad essere insostenibile. Anche con le accise non scherzano.
I prezzi dei carburanti continuano a salire, e ogni volta che andiamo a fare rifornimento ce ne accorgiamo subito. Il motivo? È un mix di fattori: il costo del petrolio, le tasse, il tasso di cambio e persino le tensioni internazionali.
Per capire quanto è aumentato il carburante, basta confrontare il prezzo attuale con quello di qualche tempo fa. Se il diesel costava 1,80€ al litro e ora è a 2,00€, significa che il rincaro c’è stato ed è bello pesante.
Il problema è che l’aumento dei carburanti non colpisce solo chi guida. Influisce su tutto, perché i trasporti diventano più cari e questo si riflette sui prezzi dei prodotti che compriamo ogni giorno, dal cibo ai vestiti.
Purtroppo, non c’è molto che possiamo fare per fermare gli aumenti. Alcuni cercano di fare rifornimento nei giorni in cui i prezzi tendono a essere più bassi, ma la verità è che alla fine siamo tutti in balìa del mercato e del distributore più vicino.
Un aumento che pesa
L’aumento delle accise su benzina e diesel è ormai realtà, e come sempre, chi ci rimette di più sono gli automobilisti e il settore dei trasporti. Dopo mesi di tira e molla, il Governo ha deciso di riallineare le tasse sul carburante, ufficialmente per ragioni ambientali. Il punto è che, mentre ci parlano di sostenibilità, alla fine ciò che vediamo sono solo prezzi che salgono alla pompa e un altro colpo al portafoglio.
A peggiorare la situazione ci sono le pressioni dell’Unione Europea, che da tempo chiede all’Italia di eliminare le agevolazioni sui carburanti più inquinanti. Il risultato? Un rincaro di 1-2 centesimi al litro, che può sembrare poco, ma con l’Iva al 22% finisce per pesare molto di più sui costi complessivi. E chi guida per lavoro, come gli autotrasportatori, si ritrova con spese ancora più alte e nessuna soluzione concreta all’orizzonte.

Tutti un po’ in difficoltà
Non sono solo gli automobilisti a sentirsi beffati: i gestori dei distributori sono allo stremo. Franco Giberti di Faib Confesercenti Modena ha detto chiaramente che questi aumenti rendono ancora più difficile lavorare, visto che i guadagni sui carburanti sono già ridotti all’osso. Il rischio è che molte stazioni di servizio, soprattutto quelle più piccole, si trovino costrette a chiudere. E se i costi del carburante aumentano, inevitabilmente salgono anche i prezzi di tutto il resto, dai generi alimentari all’abbigliamento.
Eppure, una soluzione alternativa esiste. Si chiama “accisa mobile” e potrebbe prevedere una riduzione dell’Iva quando i prezzi del carburante salgono, per evitare che gli aumenti pesino troppo su cittadini e imprese. Non è un’idea nuova, i benzinai la propongono da anni, ma nessuno sembra volerla prendere sul serio. Intanto, l’Italia continua ad avere una delle tassazioni più alte d’Europa sui carburanti.