“MARTE come la TERRA” | Rivelazione assurda degli scienziati: oceani, fiumi, laghi e spiagge dovunque

Le similitudini tra Marte e Terra (Canva/Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Le missioni verso Marte mantengono il loro ruolo prioritario nell’ambito aerospaziale. Quello che gli studiosi hanno scoperto ha davvero dell’incredibile
Marte rappresenta uno dei pianeti più affascinanti dal punto di vista degli esperti. Questo fascino è suscitato, probabilmente, dal mistero che pervade il corpo e la sua storia evolutiva geologica, capace di riservare sorprese inattese in fase di approfondimento.
Il principale quesito che gli studiosi si sono posti in merito al Pianeta Rosso è l’eventuale presenza passata di forme di vita sul suolo marziano. Un’ipotesi che ha continuato a prendere piede a seguito dei risultati emersi da alcuni specifici rilevamenti.
Ma cominciando a parlare di ciò che è stato scientificamente comprovato, sappiamo che Marte rappresenta il quarto pianeta del Sistema Solare e deve il suo celebre soprannome di “Pianeta Rosso“, per via del caratteristico colorito, attribuibile alla presenza di ossidi di ferro.
A dispetto della sua popolarità rappresenta uno dei pianeti più piccoli del nostro Sistema, presentante un diametro pari a 6.840 Km. La sua distanza media dalla Terra è quantificabile in 228 milioni di Km.
I rilevamenti e gli approfondimenti
I dati recentemente emersi grazie alle osservazioni compiute dal Rover Zhurong, che ha esplorato Marte tra il 2021 e il 2022, individuando al di sotto della regolite marziane tracce di sabbia, potrebbero totalmente rivoluzionare le convinzioni degli esperti riguardo la presenza di acqua allo stato liquido sul Pianeta Rosso e la conseguente esistenza di forme di vita passate. Gli elementi raccolti, infatti, ci raccontano di come miliardi di anni fa la superficie fosse ricoperta di sabbia, come fosse una spiaggia, suggerendo un clima caldo a tal punto da garantire la presenza e la preservazione di un immenso oceano marziano.
Quando raccolto dal Rover Zhurong è stato inviato alla University of California, a Berkeley, dove un team di ricercatori coordinato da Michael Manga ha provveduto allo studio di queste immagini. I rilevamenti di Zhurong sono stati possibili grazie alla capacità del rover di sondare fino a 80 metri sotto il livello del suolo. I risultati finali sono stati poi pubblicati sulla rivista PNAS della US National Academy of Science.

Un’ipotesi sempre più concreta
Le immagini raccolte evidenziano la presenza di sedimenti decisamente simili a quelli che il movimento delle onde porta ad accumulare lungo le coste presenti sul nostro pianeta, la Terra. E i residui di sabbia presentano caratteristiche analoghe, a partire dalla dimensione delle particelle, alla sabbia terrestre per come noi la conosciamo. Se i depositi arenili impiegano svariati milioni di anni per formarsi, ciò vuol dire che l’eventuale presenza di un oceano marziano sarebbe da attribuire proprio a quel periodo evolutivo del Pianeta Rosso, quando si presume fossero presenti anche dei corsi d’acqua, in grado di trasportare i sedimenti verso l’oceano, esattamente come avviene sulla Terra.
Il coordinatore dello studio Manga ha affermato che le strutture rinvenute sono estremamente comparabili a fenomeni derivanti dalla precedente presenza di un oceano, ciò grazie alla disposizione parallela, l’orientamento e la pendenza adeguati a condurre gli scienziati ad ipotizzare che Marte ospitasse un’importante massa d’acqua. Si tratta di una scoperta sensazionale, che potrebbe rivoluzionare le future missioni sul Pianeta Rosso, portando sonde e rover ad approfondire l’eventuale presenza di tracce di organismi precedentemente esistiti sul pianeta.