“Se continua così ci scapperà il morto” | Allarme per le missioni di Space X: non c’è alcun controllo

SpaceX e mezzo spaziale (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un nuovo controverso avvenimento riguardante Space X. I cittadini di tutto il mondo restano realmente allarmati
Fondata nel 2002 su iniziativa del tycoon sudafricano Elon Musk, SpaceX rappresenta il principale esempio globale di azienda privata nel settore aerospaziale.
La sua attività si fonda prevalentemente sull’effettuazione di missioni interplanetarie mediante il lancio di mezzi spaziali, la cui peculiarità è il fatto che gli stessi risultino essere riutilizzabili.
Il principale focus che lo stesso Musk ha posto nell’ambito dell’implementazione e del rafforzamento della competitività di SpaceX è la volontà di ridurre significativamente i costi dei viaggi nel cosmo, in modo da rendere, nel prossimo futuro, questa possibilità maggiormente accessibile ad un numero sempre crescente di persone.
Nonostante si tratti, come già detto, di un’azienda privata, di fondamentale importanza per la concretizzazione del proprio programma spaziale è la collaborazione instaurata con la NASA.
Cosa è accaduto?
Lo scorso 18 marzo 2025 la navicella spaziale Crew Dragon, precedentemente lanciata da SpaceX nell’ambito della missione Crew-9, ha finalmente fatto ritorno sulla Terra, assieme ai quattro membri del suo equipaggio, vale a dire i tre astronauti NASA Nick Hague, Butch Wilmore e Suni Williams, e il cosmonauta Aleksandr Gorbunov. Ma nel corso del processo di rientro, gli esperti si sono imbattuti nel ritrovamento di detriti, presumibilmente derivanti dal trunk della capsula appena tornata sulla Terra.
La notizia si è rapidamente espansa, attraverso la diffusione di specifiche immagini da parte di un utente. Ma da dove derivano esattamente tali detriti? Si è ipotizzato che gli stessi fossero parte del trunk della navicella, che si era precedentemente allontanato dalla navicella ed era stato avvistato rientrando nell’atmosfera lo scorso 24 marzo 2025, come da canonica procedura, seguita al fine di consentire il rientro della navicella spaziale. Il ritrovamento dei detriti è avvenuto in Marocco, più precisamente nella località di Erg Cech.
Un rischio enorme
Si tratta, più o meno, del punto che la traiettoria di rientro era stato previsto seguisse. Le persone che hanno assistito all’evento in prima persona hanno evidenziato la presenza di un oggetto, definito da più testimoni come un “meteorite“, che era stato intravisto nel cielo durante il periodo intercorso tra l’effettiva data di rientro del trunk e il momento del ritrovamento dei detriti. SpaceX ha annunciato che i resti sono piombati in una zona completamente desertica, che dunque non ha causato né danni, né feriti.
La stessa azienda privata, in concorso con la NASA, ha deciso che il recupero delle capsule Crew Dragon non sarebbe più avvenuto nell’Oceano Atlantico, bensì nel Pacifico. In questo modo, si riuscirà a separare il trunk direttamente dopo la fine del deorbit burn, garantendo, per l’appunto, la ricaduta dei suoi frammenti all’interno della massa d’acqua compresa tra America, Asia e Oceania, assicurando un rischio pari a zero agli abitanti della terraferma.