“La Luna è abitata” | Partita la caccia agli alieni: dopo decenni hanno capito il punto esatto in cui si trovano

Alieni sulla Luna? (Canva-Pexels foto) - www.aerospacecue.it
Alieni sulla Luna? Gli ultimi rilevamenti condotti non mentono. L’ipotesi comincia a prendere sempre più piede
Il lavoro degli astronomi è in grado di fornire costantemente aggiornamenti imprevedibili relativi alle scoperte che riguardano il cosmo, così come le caratteristiche riguardanti i corpi già noti alla scienza.
Gli ultimi rilevamenti hanno visto come protagonista il satellite della Terra, la Luna. Il suo suolo è caratterizzato dalla presenza di quella che viene definita regolite marziana, ossia uno strato decisamente sottile costituito da polveri e detriti, presumibilmente originatisi a seguito dell’impatto di meteoriti.
La Luna è altresì ricca di crateri, la cui origine viene attribuita anche in questo caso alla caduta di meteoriti sulla sua superficie. Ma il nostro satellite è anche conosciuto per le vaste pianure basaltiche note come “mari lunari“.
Alcune caratteristiche che hanno suggerito l’ipotesi che sulla famigerata faccia scura della Luna risiedessero niente meno che forme di vita aliene, esattamente come gli extraterrestri che sono soliti comparire nei film di fantascienza.
Una scoperta straordinaria
Ma sappiamo bene che ciascun Pianeta presenta una o più lune ad orbitargli intorno. Non fa di certo eccezione Saturno, che possiede addirittura 274 satelliti, tra i quali Titano primeggia per dimensioni. La luna saturniana è stata attenzionata con specifica attenzione da parte degli scienziati, per via della scoperta di un vero e proprio oceano di acqua salata sito all’interno del corpo; una rivelazione che ha condotto gli esperti ad ipotizzare che Titano possa ospitare forme di vita. Il risultato di questa ipotesi è frutto del lavoro di un team di ricercatori internazionali coordinato dall’Università dell’Arizona.
I ricercatori coinvolti sono stati in grado di elaborare uno scenario realistico, attraverso l’analisi dei differenti fattori fisico-chimici presenti negli oceani, che compromettono l’abitabilità per l’interezza degli esseri viventi. Nello specifico, ad essere testati sono stati l’esame delle vie metaboliche e l’utilizzo della modellazione bioenergetica. I risultati finali della ricerca sono stati pubblicati su The Planetary Science Journal e svelano come l’oceano presente su Titano presenti effettivamente delle condizioni altamente favorevoli alla proliferazione di vita microbica.
I risultati degli esperimenti condotti
All’interno dello stesso, infatti, le simulazioni messe in pratica hanno suggerito l’ipotesi che la fermentazione, tra i processi metabolici più frequenti e conosciuti, sia in grado di fornire energia e carbonio sufficienti a supportare la crescita dei microorganismi, supportata, nello specifico, proprio dalla fermentazione di glicina, un amminoacido. Il ricercatore dell’Università dell’Arizona, Antonin Affholder, ha spiegato: “Sappiamo che la glicina era relativamente abbondante nei materiali primordiali del Sistema solare. Quando osserviamo gli asteroidi, le comete e le nubi di polveri e gas da cui si formano stelle e pianeti, troviamo glicina o i suoi precursori praticamente ovunque”.
La superficie della luna saturnina è, non a caso, ricca di glicina e a supporto di questa tesi sono emersi anche ulteriori studi, precedentemente svolti, che inquadrano come l’effetto degli oggetti celesti che colpiscono Titano risulti in delle “pozze di fusione” di acqua liquida. Stiamo parlando unicamente di un passo preliminare, ma comunque interessante e promettente nell’ambito della probabile abitabilità dell’oceano sito sul satellite. A riportarlo è INAF.