L’agricoltura si sposterà nello spazio | Esperimento riuscito: sono arrivati i primi funghi coltivati lontano dal nostro Pianeta

Funghi e spazio (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it
Coltivare funghi nello spazio: un esperimento rivoluzionario apre la strada a nuove forme di agricoltura orbitale.
Lo spazio non smette mai di farci sognare. Chi pensa che esplorarlo significhi solo lanciare razzi o mandare rover su Marte, si sbaglia di grosso. Sempre più spesso, la sfida vera è un’altra: trovare modi ingegnosi per vivere, e sopravvivere, lontano dalla nostra amata Terra. E tra i problemi da risolvere c’è (ovviamente) anche quello di mangiare.
Non basta spedire scorte di cibo su una navetta ogni volta. Serve pensare più in grande. Coltivare direttamente nello spazio non è solo un’idea futuristica: è ormai un obiettivo concreto per garantire una vita sostenibile agli astronauti che, un giorno, si stabiliranno sulla Luna o magari su Marte. E le soluzioni tradizionali, beh, diciamo che lassù non funzionano tanto bene…
La ricerca si sta muovendo in mille direzioni diverse: dagli ortaggi coltivati in idroponica alle serre in microgravità. Non è per niente semplice, certo. Ogni pianta deve adattarsi a un ambiente che, diciamolo, è tutto tranne che ospitale. Eppure, a piccoli passi, ci stiamo arrivando. Un passo importante? Beh, è quello di pensare anche a colture meno “classiche”…
Ecco allora che entrano in gioco esperimenti sorprendenti, quelli che sembrano usciti direttamente da un racconto di fantascienza. Perché, alla fine, l’agricoltura spaziale non riguarda solo lattuga e pomodori. Sta evolvendo, seguendo strade nuove e, diciamocelo, anche parecchio coraggiose.
Un test pionieristico cambia la storia del cibo spaziale
Sulla missione SpaceX Fram2, lanciata dal Kennedy Space Center nei primi giorni di aprile, è andato in scena un esperimento mai tentato prima: la coltivazione di funghi ostrica (Pleurotus ostreatus) in microgravità. L’idea? È dell’azienda australiana FOODiQ Global che, senza troppi giri di parole, punta a rivoluzionare il concetto stesso di “orto spaziale”.
A bordo c’era anche Eric Philips – esploratore australiano – che ha seguito e documentato ogni momento della crescita, dallo spuntare del primo micelio alla raccolta finale. I funghi scelti sono resistenti, crescono in fretta e non hanno bisogno di grandi risorse. E poi, diciamolo, sono una bomba a livello nutrizionale: potassio, rame, vitamina D… mica male per uno snack spaziale!
Coltivare nello spazio: il futuro si scrive ora
Con la capsula tornata sulla Terra, i ricercatori si butteranno ad analizzare i funghi coltivati lassù, confrontandoli con quelli cresciuti normalmente in Florida. Si cercherà di capire come la mancanza di gravità abbia influito su crescita, qualità nutrizionale e capacità di resistere a possibili contaminazioni (o schifezze varie).
Se l’esperimento darà i frutti sperati — ehm, i funghi — si aprirà un nuovo scenario per l’autosufficienza alimentare nelle missioni spaziali. Non si parlerà più solo di portarsi il cibo da casa, ma di creare veri ecosistemi in grado di sostenersi da soli. Un sogno? Forse, ma ora molto più vicino.