Asteroidi, la scienza ha fatto passi da gigante | Sono pronti a distruggere i killer della Terra: non bisogna avere più paura

Asteroide verso la Terra (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Ora sappiamo come fermarli: la scienza è pronta a intercettare e deviare gli asteroidi che minacciano la Terra.
Non è più roba da film di fantascienza. Gli asteroidi, quelli che una volta ci facevano tremare al cinema (e pure un po’ nella realtà), oggi vengono studiati come nemici da conoscere bene. E sì, ci stiamo attrezzando per tenerli a bada sul serio. Il punto è che questi corpi celesti non sono poi così rari come potremmo pensare, e viaggiano a velocità pazzesche. Passano, si allontanano, ma poi tornano. Sempre.
Il problema vero non è se arriveranno, ma quando. E soprattutto: saremo pronti? Le agenzie spaziali, da anni, si pongono la stessa domanda. Hanno messo su reti di telescopi, radar, software predittivi e stanno lavorando in squadra come mai prima d’ora. Eppure la minaccia resta lì, silenziosa. Gli asteroidi non mandano avvisi, e quindi non ci si può rilassare.
Certo, monitorarli è già un mezzo miracolo. Pensate che oggi la maggior parte degli asteroidi potenzialmente pericolosi è già stata scoperta, almeno quelli grossi. Ma “maggior parte” non vuol dire tutti. Ogni tanto ne spunta fuori uno nuovo, magari piccolo ma con una traiettoria… scomoda. E a quel punto bisogna correre ai ripari. Non sempre c’è abbastanza tempo.
Per questo motivo si parla sempre di più di difesa planetaria attiva. Ossia: se un asteroide punta verso di noi, perché non cercare di fermarlo prima che sia troppo tardi? La risposta a questa domanda ha dato il via a una serie di progetti e missioni spaziali che hanno dell’incredibile. E no, non stiamo parlando di esplosivi hollywoodiani.
Una rete globale per fermare i pericoli dal cielo
Come riporta Rsi, il vero punto di svolta è arrivato nel 2022, quando la NASA ha lanciato la missione DART. In pratica, una sonda si è schiantata contro un asteroide, Dimorphos, per cercare di modificarne l’orbita. Detto così sembra un’idea azzardata, ma ha funzionato. Anzi, il cambiamento di traiettoria è stato molto più evidente del previsto. Un successone, insomma.
E questo ha dato il via libera ad altri progetti simili. L’ESA ha in cantiere Hera, una missione per analizzare da vicino i danni causati dall’impatto di DART. Intanto la Cina si prepara a colpire un altro piccolo asteroide, anche se c’è chi (tipo Harrison Agrusa) ha già fatto notare che se il corpo celeste è troppo fragile, rischia di frantumarsi in mille pezzi — e lì sì che sarebbe un bel casino da gestire.
Deviare invece di distruggere: la nuova frontiera
Ma come si fa a sapere in anticipo se un asteroide è solido come una roccia o un mucchio di polvere cosmica? Ecco, per questo servono missioni come Hayabusa 2 e Osiris-Rex. Sono sonde che hanno raggiunto alcuni asteroidi (Ryugu e Bennu), ci hanno raccolto dei campioni e sono tornate indietro per farceli studiare. Così possiamo capire come sono fatti davvero.
Osiris-Rex, ora chiamata Osiris-Apex, è di nuovo in viaggio. Stavolta andrà incontro ad Apophis, il “famoso” asteroide che nel 2029 ci passerà… beh, davvero molto vicino. Lì verrà osservato da vicino, mentre Hera (la sonda europea) andrà a studiare il cratere lasciato da DART su Dimorphos. Insomma, la battaglia contro gli asteroidi è iniziata, ma stavolta siamo noi ad avere l’iniziativa.