ULTIM’ORA – ALLARME appena lanciato | Non bastavano gli asteroidi: tra pochi giorni questa sonda farà una strage

La preoccupazione per gli asteroidi (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Nuovo allarme da parte degli astronomi. Il mondo resta col fiato sospeso. Cosa dobbiamo aspettarci per le settimane a venire?
Si presentano come corpi rocciosi, in altri casi metallici, che compiono la propria orbita intorno al Sole e vengono definiti a tutti gli effetti resti del processo di formazione del Sistema Solare.
Stiamo parlando degli asteroidi, che gli esperti indicano come materiale cosmico, che nel corso dei milioni di anni di esistenza dell’Universo non sono mai riusciti ad aggregarsi in modo sufficientemente efficace per generare un corpo.
La loro zona di prevalente concentrazione risulta essere la Fascia Principale degli asteroidi, che si situa tra i pianeti Marte e Giove. Ciò nonostante, non è raro trovare asteroidi situati in altre porzioni del Sistema.
E’ il caso dei troiani, che condividono l’orbita di uno dei pianeti, ma anche dei Near Earth Asteroids, che si localizzano nelle imminenti vicinanze del Pianeta Terra.
Una missione d’interesse ancora attuale
Oltre cinquant’anni fa, la sonda sovietica Kosmos 482, diretta verso Venere, fallì l’atterraggio sul Pianeta, nonostante il modulo di approdo studiato nei minimi dettagli e il progetto, che avrebbe dovuto garantire una resistenza per l’epoca senza pari, in grado di resistere anche alle condizioni atmosferiche a dir poco proibitive che caratterizzano l’atmosfera venusiana. E dopo più di mezzo secolo, nel corso delle prossime settimane, Kosmos 482 è pronta a far rientro nei pressi dell’orbita terrestre. Un evento dalla significativa portata storica, che sta facendo discutere molto non esclusivamente per l’avvenimento in sé, quanto più per il fatto che gli scienziati non siano in grado di definire quale sarà il preciso punto d’impatto della sonda sul nostro Pianeta.
La missione ebbe inizio il 31 marzo 1972, con l’obiettivo dichiarato da parte dell’organo sovietico che si occupava dell’ambito aerospaziale di depositare il primo lander della storia sulla superficie di Venere. Eppure, uno spegnimento inatteso del Blok L, stadio superiore della sonda, la cui presunta causa parrebbe esser stata l’impostazione errata di un timer, ne avrebbe impedito la corretta riuscita. Successivamente al suo lancio il mezzo spaziale si divise in quattro parti distinte, alcune delle quali rientrarono nell’atmosfera nei giorni seguenti, dirigendosi verso la Nuova Zelanda. A destare preoccupazione ancora oggi, tuttavia, è il modulo di discesa, rimasto in orbita; la sua massa pari a 500 chilogrammi, infatti, potrebbe generare un impatto analogo a quello di un meteorite.
L’ipotetica data di rientro
Molte ipotesi e nessuna certezza, almeno per il momento, anche per quanto riguarda la data dell’atterraggio. Una delle più autorevoli voci in merito è quella dell’astronomo olandese Marco Langbroek, che ne ha stimato la potenziale caduta nel corso della seconda settimana di maggio. Queste le parole dell’esperto: “Dato che questo lander è stato costruito per sopportare la rigida atmosfera di Venere, esiste una concreta possibilità che possa superare indenne il rientro“.
Lo stesso spiega che il rischio di impatto ipotetico a danno della popolazione, seppur non nullo, risulta essere considerevolmente basso. La data segnata sul calendario, per essere più precisi, è quella del 10 maggio, nonostante il dubbio persista. Ad aumentare le preoccupazioni da parte di una fetta degli esperti, c’è anche la corrente attività solare, che sta producendo riscaldamenti ed espansioni continue nell’atmosfera terrestre. A riportare la notizia è SatTrackCam Leiden.