Il Sole mette ancora paura | Questa volta fa sul serio: in arrivo una tempesta distruttiva dopo peggio di 160 anni fa

Illustrazione di una tempesta solare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Una gigantesca minaccia prende piede sul Sole: gli esperti e i ricordi di un evento potenzialmente distruttivo.
Il Sole, sì proprio lui, quel gigante di fuoco che ogni giorno ci scalda e ci illumina, ogni tanto ci ricorda che non è solo una bella palla luminosa nel cielo. È una macchina potente, instabile e, quando vuole, anche pericolosa. Gli scienziati lo sanno bene: lo tengono d’occhio, lo studiano, lo fotografano… ma ogni tanto accade qualcosa che li fa sobbalzare dalla sedia.
Ecco, quando si parla di tempeste solari, è un po’ come quando in montagna si sente scricchiolare la neve: potrebbe essere niente… o l’inizio di una valanga. E oggi siamo più esposti di quanto non lo fossimo cento o duecento anni fa. Satelliti, reti elettriche, internet, GPS… tutto potrebbe saltare per aria se una di queste tempeste ci colpisce nel modo sbagliato.
Chi lavora con le comunicazioni o con l’energia elettrica sa che il Sole non è solo poesia e tramonti mozzafiato. È anche capace di mandare a rotoli sistemi complessi in pochi minuti. E non serve nemmeno che succeda qualcosa di gigantesco: basta una scarica forte nel momento sbagliato e… boom, blackout. Tutto il mondo che si regge su impulsi elettronici diventa silenzioso.
In questi giorni, appunto, c’è un certo fermento nell’ambiente scientifico. Tutto è partito da una nuova macchia – sì, le chiamano così, anche se “macchia” suona quasi innocuo. Solo che questa non è proprio una macchiolina da poco.
Una macchia gigante che guarda verso di noi
Si chiama AR 4079, tanto per darle un nome un po’ freddo e scientifico, ma in realtà è una roba enorme. Parliamo di circa 140.000 chilometri di diametro. Fai un po’ tu i conti: dentro ci stanno comode undici Terre messe in fila. Come riporta Fanpage, è la più grossa del 2025 finora. E, guarda caso, è rivolta verso la Terra.
Il problema non è solo la sua dimensione, ma quello che potrebbe fare. Ha già causato alcuni brillamenti di classe M – cioè di media potenza, ma comunque da non prendere sottogamba – e la sua configurazione suggerisce che potrebbe arrivare anche qualcosa di molto più forte. Tipo una espulsione di massa coronale, che detta così suona strana, ma significa: una quantità enorme di particelle sparate verso di noi. E non è uno scherzo, fidati. Qui è dove la cosa si fa ancora più inquietante.
Paura di rivivere l’evento di Carrington
Perché gli scienziati stanno iniziando a paragonare questa AR 4079 a un evento storico: il famigerato Evento di Carrington del 1859. Anche allora tutto partì da una macchia gigantesca. E poi? Una CME – cioè quella tempesta spaziale di cui sopra – colpì la Terra così forte e così in fretta che i telegrafi presero fuoco. Sì, sul serio.
Quella volta, il cielo si illuminò come fosse giorno, perfino in posti dove normalmente le aurore non si vedono mai, tipo in Colombia. I tecnici staccarono le batterie, ma i telegrafi continuarono a funzionare lo stesso, alimentati dalle correnti geomagnetiche. Ora, immagina una cosa del genere nel nostro mondo iperconnesso. Satelliti fuori uso, blackout elettrici, sistemi GPS KO. Ecco perché AR 4079 sta facendo tremare i polsi a tanti esperti. Le sue fibrille magnetiche, quelle strane strutture lunghe fino a 20.000 chilometri, stanno iniziando a muoversi. Ed è proprio in quei momenti che, di solito, il Sole decide di scatenarsi.