Marte, il nostro vicino di casa fa parlare ancora di sé l Hanno trovato qualcosa di strano: sono tutti terrificati

Una spaventosa scoperta marziana (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Il Pianeta Rosso continua ad affascinare e allarmare gli studiosi in tutto il mondo. I suoi segreti sono realmente incredibili
La presenza di Marte all’interno del nostro Sistema Solare è stata in grado di catturare la curiosità delle popolazioni terrestri sin dall’antichità. Possiamo affermarlo grazie alle testimonianze scritte correlabili alla popolazione Babilonese, seguita dagli Egizi, sino ai Greci.
La prima reale osservazione con un telescopio, tuttavia, sarebbe arrivata soltanto svariati millenni dopo. Protagonista di questo fondamentale passo nell’ambito delle scoperte cosmiche fu il nostrano Galileo Galilei nel 1610.
Successivamente, altri autorevoli astronomi quali l’olandese Huygens e il piemontese Schiaparelli proseguirono l’opera di osservazione marziana, sino ad abbozzare le prime mappe che ne descrivevano la superficie.
Qualche secolo più tardi sarebbe stata inaugurata l’era delle esplorazioni dirette verso Marte. La capostipite di questa parentesi storica risulta essere la sonda NASA Mariner 4, prima ad avvicinarsi al Pianeta per catturarne le istantanee.
Alla scoperta dei misteri marziani
Il crescente interesse nei confronti del Pianeta Rosso ha trovato il suo punto d’apice con la spedizione proprio sul suolo marziano del Rover Perseverance da parte della NASA, inviato nel luglio del 2020. Questa tecnologia rientra nell’ambito di un più ampio progetto, che mira a ricercare tracce di microrganismi presenti su Marte, che potrebbero suggerire l’esistenza di forme di vita precedentemente abitanti proprio il Pianeta. Per andare alla ricerca di simili elementi, il rover possiede in dotazione una SuperCam, mediante i cui laser e spettrometri svolge un approfondito studio della superficie marziana, una Mastcam-Z, in grado di registrare video ad alta definizione e panoramiche, anche in 3D, oltre a differenti altri strumenti.
Il loro insieme risulta essere determinante per l’approfondimento dell’attuale meta di esplorazione di Perseverance, ossia il Cratere Jerezo, che si ipotizza fosse un delta fluviale nei tempi antichi. La storia delle analisi condotte dal rover ha permesso di entrare a contatto con oggetti effettivamente bizzarri, mai visti prima d’ora sul nostro Pianeta. L’ultima scoperta rilevata dallo strumento NASA ha davvero dell’incredibile e i suoi risvolti potrebbero potenzialmente svelarsi come spaventosamente determinanti relativamente all’evoluzione e al futuro dell’uomo e della sua concezione del cosmo.
Una scoperta senza precedenti
Lo scorso marzo, infatti, il Rover Perseverance ha raggiunto Broom Point, dove procedendo con mirate osservazioni satellitari è stato in grado di rilevare una peculiare alternanza di strisce di roccia, che seguivano una curiosa sequenza tra scure e chiare. Gli approfondimenti condotti dal rover, che ne ha raccolto un campione, si sono rivelati determinanti al fine di scoprire la presenza di una roccia che presentava caratteristiche divertenti rispetto a tutte le altre, rinominata dagli scienziati St. Paul’s Bay. I dubbi da chiarire in merito sono parsi immediatamente molteplici, dall’origine di questa formazione rocciosa al percorso che l’abbia condotta in quella specifica regione marziana.
St. Paul’s Bay si caratterizza per una superficie a sua volta ricoperta da pietre di dimensioni estremamente più piccole, che presentano forme variabili tra il perfetto tondo, l’ovale o presentanti spigoli vivi e un colore grigio scuro. Le prime ipotesi formulate dagli esperti indicano la possibilità che si tratti di concrezioni, ossia di formazioni provenienti dalle acque sotterranee, il cui movimento viene favorito dai pori di una roccia. Se questa ipotesi si rivelasse concreta e fondante, rappresenterebbe un indizio determinante a favore della tesi sostenitrice della presenza di acqua allo stato liquido presente su Marte nei milioni di anni passati. A scriverlo è Wired.