Venere, la NASA vuole vederci chiaro | L’obiettivo primario è scoprire cosa si nasconde sotto la sua superficie

Venere (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
La NASA vuole indagare cosa sta sotto la superficie del pianeta Venere. Ecco le possibilità che stanno esplorando.
Venere è spesso definito il “gemello” della Terra, per via delle sue dimensioni e della sua composizione simili. Tuttavia, dietro questa somiglianza apparente, si nasconde un mondo radicalmente diverso. Il secondo pianeta del Sistema Solare è infatti un luogo inospitale.
Esso è caratterizzato da temperature superficiali che superano i 460°C, una pressione atmosferica 90 volte superiore a quella terrestre e nubi dense di acido solforico. Queste condizioni estreme lo rendono il pianeta più caldo del Sistema Solare, persino più di Mercurio, nonostante sia più distante dal Sole. Nonostante l’ambiente ostile, Venere continua ad affascinare gli scienziati.
Una delle domande più interessanti è se in passato il pianeta potesse avere condizioni più simili a quelle della Terra. Alcuni modelli suggeriscono che miliardi di anni fa Venere potrebbe aver avuto oceani e un clima temperato, prima che un effetto serra incontrollato lo trasformasse nel forno infernale che è oggi.
Le recenti missioni spaziali, e le future come quelle di NASA e ESA, puntano a esplorare meglio l’atmosfera e la superficie venusiana, nella speranza di chiarire se Venere abbia mai ospitato forme di vita o se possa insegnarci qualcosa sul destino climatico della Terra.
Aspetti affascinanti
Un altro aspetto affascinante di Venere riguarda la sua rotazione: il pianeta ruota in senso opposto rispetto alla maggior parte degli altri pianeti del Sistema Solare, e lo fa in modo estremamente lento. Un giorno venusiano (cioè il tempo che impiega a compiere una rotazione su se stesso) dura circa 243 giorni terrestri, rendendolo più lungo di un anno venusiano, che è di circa 225 giorni terrestri.
Questo comportamento anomalo, unito alla fitta atmosfera che nasconde la superficie, rende difficile lo studio diretto del pianeta. Tuttavia, grazie ai radar e alle sonde orbitali, come la giapponese Akatsuki, stiamo cominciando a svelare i suoi segreti, confermando Venere come uno degli oggetti più intriganti e complessi del nostro Sistema Solare.
Il suo sottosuolo
A differenza del nostro pianeta, dove la tettonica a placche domina la dinamica della crosta, Venere mostra un riciclo interno del materiale completamente diverso. Studi recenti guidati dal team della NASA rivelano che la crosta venusiana cresce fino a spessori considerevoli prima di collassare su se stessa attraverso un processo noto come metamorfismo da densità. Questo meccanismo, favorito da variazioni di densità e cicli di fusione, alimenta l’attività vulcanica e mantiene il pianeta geologicamente attivo.
In attesa di nuove conferme, le prossime missioni spaziali – come DAVINCI, VERITAS ed EnVision – permetteranno di osservare direttamente questi fenomeni. L’obiettivo sarà capire se questo riciclo della crosta è ancora in atto o appartiene al passato geologico del pianeta.