Giove, le sue aurore sono più belle di quelle che vediamo sulla Terra | Le immagini appena arrivate sono eclatanti

Aurora boreale (Canva-Pexels foto) - www.aerospacecue.it
Aurore boreali: in questo Pianeta appaiono più affascinanti che mai. Ecco perché sono così diverse rispetto a quelle terrestri
L’incontro tra i venti solari e il campo magnetico terrestre produce la nascita dell’aurora boreale. Parliamo di una manifestazione assolutamente in grado di lasciare senza fiato. Ma come ha origine?
Il responsabile dell’intero ciclo è il Sole, che emette vento solare, ricco dunque di particelle cariche, che compiono un viaggio nello spazio sino ad avvicinarsi proprio alla nostra Terra.
Una volta giunte qui, il campo magnetico terrestre devia le particelle verso i poli. Le stesse, quando entrano nell’atmosfera terrestre, sono soggette ad una collisione con gli atomi presenti di ossigeno e azoto.
E’ proprio a questo punto che nei cieli, specie nelle latitudini maggiormente settentrionali, si verificano le aurore boreali, che migliaia di persone ogni anno si recano appositamente ad ammirare.
Catturate delle immagini straordinarie
Le potenzialità del Telescopio Spaziale James Webb sono elevate a tal punto da aver permesso l’osservazione di esopianeti inediti alla comunità scientifica, approfondendone l’atmosfera, sia per quanto riguarda i corpi distanti svariati anni luce, sia relativamente a quelli più vicini. Un recente studio dal titolo Dynamic Infrared Aurora on Jupiter si fonda proprio sulla capacità del JWST di osservare le aurore boreali che riguardano l’atmosfera di Giove, direttamente nell’infrarosso, così da catturare dati e dettagli inediti, come mai era stato possibile sino ad ora.
Immortalare queste suggestive manifestazioni, che non riguardano unicamente il 5° Pianeta, concretizzandosi anche su Marte, Saturno, Nettuno e Urano, consentono agli scienziati dalla Terra di comprendere in modo maggiormente dettagliato quelle che sono le varie interazioni tra l’atmosfera e il campo magnetico di un pianeta. Le aurore gioviane, ad esempio, sono risultate essere decisamente più estese e luminose, ad esempio, se comparate rispetto a quelle che solcano i cieli terrestri.
I segreti del Gigante Gassoso
Ciò è strettamente correlato alla complessa e dinamica magnetosfera gioviana. Seppur, esattamente come avviene sulla Terra, le aurore di Giove abbiano origine dalla formazione di particelle ad alta energia e dal loro ingresso nell’atmosfera limitrofa ai poli magnetici, la generazione delle manifestazioni riguardanti il gigante gassoso, come emerso a seguito di successivi approfondimenti, non sono da indicare unicamente come conseguenti di emissioni solari. Infatti, sono anche le emissioni dei satelliti, come ad esempio nel caso di Io, che mediante l’attività vulcanica risultano in grado di espellere particelle, poi attirate dalla significativa gravità gioviana.
L’osservazione del gigante gassoso è stata possibile mediante l’impiego dello strumento NIRCam (Near-InfraRed Camera), oltre che del filtro F335M, inizialmente evidenziando esclusivamente alterazioni della regione aurorale, a causa di rapide emissioni luminose, appena percepibili. Se le ipotesi preliminari derivanti dagli studi condotti avevano condotto gli studiosi ad ipotizzare che la temperatura di Giove fosse soggetta a modifiche a causa dell’emissione del catione idrogenonio, successivamente è emerso che l’emissione, pur elevata, presente nell’infrarosso, non aveva una corrispondenza con l’emissione ultravioletta. Ciò significa che il gigante gassoso, la sua atmosfera e le ulteriori caratteristiche appaiono ancora tutte da approfondire. A scriverlo è il sito Hardware Upgrade.