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Fiumi su Marte e sulla Luna: ideato un nuovo metodo per identificare l’origine dei canali su altri pianeti

Gli scienziati hanno sperimentato un metodo innovativo per scovare l’origine dei canali presenti sui corpi extraterrestri

Uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Università del Texas, ad Austin, ha messo in luce come la presenza dei canali scavati dai fiumi sul territorio marziano e su quello lunare presentino delle curve profondamente distinte, rispetto ai simili canali nati per effetto della lava o del ghiaccio.

I risultati sono stati successivamente pubblicati su Geology e spiegano come nonostante sia ancora difficile, se non impossibile, risalire all’effettivo meccanismo che si cela dietro allo scavamento di tali forme, le ipotesi avanzate dai ricercatori su modelli precedentemente studiati potrebbero rivelarsi fondamentali.

Questi sottolineano una specifica relazione tra la topografia del canale e il fluido che scorre al loro interno. Infatti, all’interno dei fiumi l’acqua è soggetta alla forza centrifuga che la porta a scorrere in maniera più veemente lungo i bordi esterni delle curve; al contrario, i canali vulcanici o ghiacciati subiscono l’erosione termica, attraverso il processo di fusione, presentando curve di dimensioni inferiori rispetto a quelle dei fiumi.

Il coautore dell’articolo e docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dei Pianeti della Jackson School of Geosciences, Tim Goudge, ha esposto come tale distinzione rappresenti un “esperimento naturale” determinante a mettere in luce la differenza di forme e dimensioni nelle diverse curve prese in esame.

Una svolta sostanziale

I progressi che verranno compiuti nell’ambito di questo particolare studio, si auspica possano essere utilizzati anche in un futuro prossimo, impiegati come strumento diagnostico nei canali presenti in altri mondi, anche compiendo un approfondimento da remoto attraverso l’effettuazione di misurazioni e il prelevamento di campioni.

La ricerca è stata guidata da Juan Vazquez, in collaborazione con Goudge, che ha analizzato curve all’interno dei fiumi e dei canali ghiacciati sul pianeta Terra, ripetendo il medesimo esperimento anche sui canali vulcanici lunari. Lo studioso ha affermato che un elemento sorto nel corso delle analisi, inizialmente indicato come un semplice errore, si sia in realtà dimostrato un indizio fondamentale e precoce, che ha portato alla scoperta della maggior estremità di dimensione delle curve dei fiumi se comparate a quelle di altri canali presenti sia sul territorio terrestre, sia sulla superficie lunare.

Canali sulla superficie di Marte (ESA foto) – www.aerospacecue.it

I parametri utilizzati e la straordinaria scoperta

E’ stato possibile venire a conoscenza di ciò unicamente attraverso l’utilizzo dei parametri del codice impostato per i canali vulcanici, che fallendo anche sui test dei relativi ai fiumi situati sul pianeta Terra ha suggerito agli studiosi che, in realtà, non si trattava di un difetto del codice utilizzato. Inoltre, è emerso che la percentuale di curve accentuate presenti sui canali originatisi dai vulcani e dai ghiacciati, che sono stati quindi erosi termicamente, è nettamente più elevata rispetto a quelli derivanti dai fiumi.

Goudge ha esposto la presenza di canali sinuosi siti ai lati dei vulcani marziani, interpretati da una parte della comunità come effettivi canali vulcanici, da altri come fiumi, formatosi presumibilmente nel corso dell’era in cui il manto nevoso presente sulla cima dei vulcani risultava sciolto. E dato che le curve, per l’appunto, presentano delle nette distinzioni tra loro, l’unico modo per scoprirne l’effettiva origine è procedere con delle misurazioni.