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Sulla Via della Seta c’è un posto spettacolare da visitare assolutamente | C’è una città chiamata: “La Roma d’Oriente”

Illustrazione della Via della Seta (Pixabay FOTO) - aerospacecue.it

Illustrazione della Via della Seta (Pixabay FOTO) - aerospacecue.it

Se si percorre la Via della Seta, ci si può imbattere in una città meravigliosa, una vera “perla” he forse in pochi conoscono.

La Via della Seta era un insieme di rotte commerciali che collegavano l’Asia all’Europa, partendo dalla Cina e arrivando fino al Mediterraneo. Il nome “Via della Seta” viene dal commercio di seta cinese, che era uno dei beni più preziosi scambiati lungo il percorso.

Non era una strada unica, ma una rete di itinerari terrestri e marittimi. Attraversava deserti, montagne e grandi città, come Samarcanda e Baghdad, toccando luoghi che oggi si trovano in paesi come l’Iran, l’India, l’Uzbekistan e la Turchia.

Oltre a merci come spezie, tessuti, pietre preziose e carta, lungo la Via della Seta viaggiavano anche idee, religioni e conoscenze. È così che il buddismo, per esempio, si è diffuso dalla Cina all’Asia centrale e oltre.

Poi, con il tempo, queste rotte sono diventate meno centrali, soprattutto dopo la scoperta delle vie marittime dirette tra Europa e Asia. Ma ancora oggi la Via della Seta resta un simbolo potente di scambio e incontro tra culture.

Un viaggio fuori dal tempo

C’è un posto, nascosto tra le pieghe dell’Asia Centrale, che sembra uscito da un libro di racconti antichi: l’Uzbekistan. Non è ancora assalito dai turisti come le capitali europee e forse è proprio questo il bello. È un mix affascinante di deserti infiniti, montagne maestose e città che sembrano sospese tra passato e presente. Una di quelle mete che non ti aspetti e che invece… ti lascia senza parole.

Camminando lungo le sue strade polverose ci si rende conto di essere nel cuore della vecchia Via della Seta. Sì, proprio quella mitica rotta commerciale che un tempo legava l’Oriente all’Occidente. Lì dove mercanti, viaggiatori e sognatori di ogni epoca hanno lasciato tracce. Khiva, Bukhara, Samarcanda… nomi che suonano come magie. Samarcanda in particolare, definita “la Roma d’Oriente”, sembra una città disegnata da un artista, con i suoi mosaici blu e le cupole che brillano sotto il sole.

Illustrazione di una moschea in Uzbekistan (Pixabay FOTO) - aerospacecue.it
Illustrazione di una moschea in Uzbekistan (Pixabay FOTO) – aerospacecue.it

Colori, sapori e incontri lungo la via

Chi arriva in Uzbekistan scopre ben presto che non si tratta solo di paesaggi e monumenti (che sono tanti, eh). Ogni città è un museo a cielo aperto. Bukhara, ad esempio, ha più di 140 edifici storici ancora intatti, ed è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, come anche altre zone del paese. La cosa interessante è che qui si incrociano influenze persiane, arabe, mongole e persino sovietiche. Ogni muro racconta una storia diversa.

E poi c’è il cibo, che merita un capitolo a parte. Il plov un piatto a base di riso, carne e spezie è un vero must. I manti (ravioloni cotti al vapore) sono da provare assolutamente, magari accompagnati da un tè bollente servito in quelle ceramiche colorate che fanno tanto atmosfera. Dolci a base di frutta secca e miele chiudono il cerchio.