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Alieni, su Marte li hanno trovati a pregare | I loro volti sono inquietanti: fuggono alla velocità della luce

Alieni su Marte

Alieni su Marte (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Recentemente sono stati trovati degli alieni che pregano su Marte. Sono però molto veloci e sfuggono subito.

Negli ultimi anni, l’interesse per la possibilità di vita su Marte ha ricevuto nuovo impulso grazie a una serie di scoperte scientifiche che suggeriscono un passato più ospitale per il Pianeta Rosso. Le missioni dei rover Perseverance, Curiosity e Zhurong hanno fornito dati che indicano la presenza di elementi essenziali per la vita.

Queste evidenze rafforzano l’ipotesi che Marte abbia avuto condizioni favorevoli allo sviluppo di forme di vita microbiche. Una delle scoperte più significative riguarda la presenza di un vasto serbatoio di acqua liquida sotto la superficie marziana, rilevato grazie ai dati sismici della missione InSight della NASA.

Questo strato, situato tra 5,4 e 8 chilometri di profondità, potrebbe contenere una quantità d’acqua sufficiente a coprire il pianeta con un oceano globale profondo tra i 520 e i 780 metri. La presenza di acqua liquida è fondamentale per la vita come la conosciamo e potrebbe indicare la possibilità di ecosistemi sotterranei su Marte.

Inoltre, il rover Curiosity ha scoperto grandi depositi di carbonati, minerali che si formano in presenza di acqua e anidride carbonica, indicando che in passato su Marte era attivo il ciclo del carbonio. Questa scoperta suggerisce che il pianeta abbia condizioni che avrebbero potuto supportare la vita.

Il ruolo dei rover

Anche il rover cinese Zhurong ha contribuito a queste scoperte, identificando strutture geologiche simili a spiagge terrestri nella regione di Utopia Planitia. Queste formazioni suggeriscono la presenza di antichi oceani su Marte circa 3,6 miliardi di anni fa, fornendo ulteriori prove di un passato marziano caratterizzato da condizioni potenzialmente abitabili.

Infine, il rover Perseverance ha individuato una roccia soprannominata “a macchia di leopardo”, la cui composizione chimica ricorda quella delle rocce terrestri modellate dall’azione di particolari microrganismi. Questa scoperta potrebbe rappresentare un indizio della presenza, in passato, di forme di vita su Marte.

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mars-face (TheSun.co.uk foto) – www.aerospacecue.it

Li hanno visti pregare

Le immagini inviate dai rover hanno spesso alimentato la fantasia popolare, mostrando presunti volti, statue e strane creature sulla sua superficie. Queste “visioni” inquietanti sono in realtà il frutto della pareidolia, un meccanismo psicologico che porta il nostro cervello a riconoscere forme familiari – come volti o animali – anche dove non esistono, semplicemente osservando rocce e ombre.

Tra i casi più famosi c’è il celebre “Volto di Marte”, una formazione rocciosa immortalata dalla sonda Viking 1 nel 1976, che assomigliava sorprendentemente a un volto umano. Altri avvistamenti includono “il soldato alieno”, “il granchio gigante” e persino “la donna che osserva”, tutte interpretazioni fantasiose di formazioni geologiche naturali. Sebbene affascinanti, questi avvistamenti non sono prove di vita extraterrestre, ma piuttosto esempi di come la nostra mente tenda a dare significato all’ignoto.