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Spazio, la Cina ha sempre primeggiato | Conoscevano tutto già due millenni fa: questa mappa è strepitosa

Mappa stellare e Cina

Mappa stellare e Cina (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Un gioiello astro-archeologico senza precedenti, d’importanza assoluta per l’intera comunità. Il merito è tutto della Cina

Pechino si è resa protagonista di un programma spaziale estremamente ambizioso, pianificando sul lungo periodo una serie di procedure che porteranno ad elevare in modo drastico lo status della Cina nell’ambito aerospaziale.

Questa scalata ha già avuto inizio con l’edificazione di una Stazione Spaziale propria, nota come Tiangong. Necessità dettata dall’esclusione della CNSA, il principale organo governativo cinese nell’ambito spaziale, dalla Stazione Spaziale Internazionale.

La stessa CNSA si è mobilitata, già da quasi trent’anni, per rendere la superpotenza cinese un’eccellenza anche nel Cosmo e i numerosi successi raggiunti, seppur in appena un paio di decenni, sono la testimonianza del successo di tale obiettivo.

Ad attestare ciò, ad esempio, il lancio della Missione Chang’e 1, datata 2007, che permise di raccogliere e di riportare sulla Terra i campioni di suolo lunare appartenenti alla faccia nascosta del satellite.

Una scoperta sensazionale

Un team di studiosi delle Osservazioni Astronomiche Nazionali della Cina ha impiegato una serie di tecniche altamente avanguardistiche, fondate su un’intelligenza artificiale per analizzare nuovamente un manuale stellare indubbiamente peculiare. Stiamo parlando del Manuale Stellare del Maestro Shi, la cui datazione è stata indicata attorno all’anno 355 a.C.. Si tratta di una testimonianza fondamentale nell’ambito della scoperta e delle conoscenze umane relativamente all’astronomia, in quanto potrebbe trattarsi della prima prova tangibile nella storia, in ordine cronologico, ad aver introdotto all’allora civiltà segreti cosmici che, con il senno di poi, sarebbero stati possibili da confermare soltanto svariati millenni più tardi, mediante l’impiego di tecnologie decisamente più avanzate.

Se il Catalogo di Ipparco aveva da sempre detenuto il primato come più antico catalogo appartenente alla tradizione occidentale mai realizzato e mai scoperto dall’uomo, le modifiche emerse dalle ultime analisi relative alla datazione del Manuale Stellare del Maestro Shi potrebbero portare ad un clamoroso capovolgimento, conducendo ad un “crollo” rispetto alle certezze sino ad ora assorbite da addetti ai lavori e appassionati.

Mappa di Dunhuang
Mappa di Dunhuang (British Library foto) – www.aerospacecue.it

Le tecniche utilizzate

La tecnica di visione artificiale impiegata è nota come Trasformata di Hough generalizzata, che ha permesso di confrontare le differenti posizioni stellari registrate nel testo con le coordinate astronomiche correntemente a disposizione degli odierni studiosi, tenendo in considerazione nel corso delle misurazioni, anche elementi come la precessione terrestre. Il Manuale Stellare aveva, dal punto di vista degli astronomi, da sempre presentato delle discrepanze dei dati, che avevano portato gli stessi ad ipotizzare la presenza di numerosi errori all’interno del documento.

Le nuove interpretazioni hanno, invece, condotto a scoprire come si trattasse di aggiornamenti successivi al catalogo primordiale, probabilmente rimaneggiato dall’astronomo Zhang Hen, della dinastia Han, presumibilmente nel 125 d.C. circa. Sono ben 120 le costellazioni rappresentate in modo ordinato e grafico, di gran lunga più particolareggiato rispetto agli elenchi stellari babilonesi, probabilmente frutto di aggiunte recenti, che consegnano nelle mani degli esperti un documento di importanza assoluta nell’ambito della comprensione astronomica. A riportare la notizia è Archaeology News.