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Il Sole ha combinato guai anche su Marte | Le sue tempeste gli hanno rubato tutto: svelato enigma dopo decenni

Marte e il Sole (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Marte e il Sole (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una scoperta rivoluzionaria svela come le tempeste solari abbiano trasformato Marte da mondo umido a pianeta arido.

Nel vasto silenzio dello spazio, succedono cose che nemmeno immaginiamo. Non parliamo solo di galassie lontane o buchi neri: anche nel nostro Sistema Solare, il tempo e gli eventi possono cambiare completamente il destino di un pianeta. Prendiamo Marte, ad esempio.

Oggi ci appare come un mondo arido, rossastro, inospitale. Ma un tempo—e questo lo dicono in molti—poteva essere molto diverso. Il Sole, in tutta la sua bellezza e potenza, è anche un gran combinaguai. Quando si scatena con venti solari o tempeste magnetiche, le conseguenze possono farsi sentire parecchio lontano.

Sulla Terra, ce la caviamo abbastanza bene grazie al nostro campo magnetico, che fa da scudo. Ma Marte, purtroppo, non ha avuto lo stesso tipo di protezione, e questo… beh, ha fatto tutta la differenza. L’interesse verso il Pianeta Rosso non è mai stato solo accademico. Da sempre ci affascina, ci incuriosisce.

Pensiamo all’acqua che una volta c’era, ai fiumi ormai secchi, ai crateri che sembrano laghi prosciugati. Eppure, qualcosa ha fatto sì che tutto questo sparisse. La domanda era sempre la stessa: qual è stato il meccanismo che ha reso il pianeta quello che è oggi?

Mappa del vento per capire il passato di Marte

Tanti modelli, ipotesi, simulazioni. E per quanto le teorie siano interessanti, senza una prova concreta restano solo… idee. Serviva un indizio più solido, qualcosa che potesse essere visto, misurato, tracciato. Ecco, ora—grazie a una sonda e a un team internazionale di scienziati—quel tassello mancante è stato finalmente trovato.

Combinando le rilevazioni, il team ha costruito una nuova mappa dell’interazione tra vento solare e atmosfera. E il risultato è chiaro: lo sputtering non è solo un effetto collaterale, è una delle cause principali della fuga atmosferica. A dirlo è Shannon Curry, a capo della missione Maven e prima autrice dello studio, che sottolinea quanto questa scoperta sia cruciale anche per ricostruire la storia dell’acqua su Marte.

Suolo di Marte (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it
Suolo di Marte (Pixabay foto) – www.aerospacecue.it

Il fenomeno invisibile che ha lasciato Marte senza respiro

Come riporta GlobalScience, la svolta arriva da Maven, la sonda della NASA che da oltre dieci anni se ne va in giro attorno a Marte per studiarne l’atmosfera. Di recente, come riportato in uno studio pubblicato su Science Advances e coordinato dall’Università del Colorado-Boulder, il team ha osservato per la prima volta in modo diretto lo “sputtering”. No, non è un insulto. È un processo piuttosto violento: ioni carichi sparati dal Sole entrano nell’atmosfera marziana e ne strappano via atomi e molecole, proprio come se una palla di cannone venisse lanciata in una piscina. Boom, schizzi ovunque.

Finora lo sputtering era solo un’ipotesi, ma adesso c’è finalmente una prova osservabile. Grazie a tre strumenti a bordo — Swia, Mag e Ngims — gli scienziati sono riusciti a individuare presenze anomale di gas argon ad altitudini elevate. E guarda caso, proprio dove si è verificata l’azione delle particelle solari. I dati mostrano che questo fenomeno è più potente di quanto si pensasse, e durante le tempeste solari diventa ancora più intenso.