NASA, ora c’è la sicurezza | L’hanno scoperto grazie a una sonda: la vita è nascosta sulla Luna

NASA e Luna (Canva-Pixabay foto) - www.aerospacecue.it
Una scoperta potenzialmente in grado di rimescolare le certezze dell’uomo in termini di forme di vita presenti nel Cosmo
La NASA si è da sempre dimostrata particolarmente attratta dalla possibilità di raggiungere e di esplorare l’unico satellite terrestre naturale nella sua interezza, a partire dal successo ottenuto nella missione Apollo 11.
Lo sbarco dei primi astronauti sul suolo lunare ha inevitabilmente dato il via ad una nuova era di esplorazioni dirette verso il satellite, oggigiorno sempre più semplificate grazie alle moderne tecnologie.
L’agenzia governativa con sede a Washington D.C. è attualmente al lavoro in merito alla realizzazione del programma Artemis, che punta a stabilire una presenza umana fissa direttamente sul satellite.
Il limite previsto entro cui realizzare questo ambizioso obiettivo corrisponde al 2030. Il prossimo piano del programma, con la realizzazione della missione Artemis 2, prevede il raggiungimento dell’orbita circostante alla Luna da parte di quattro astronauti, nel corso del 2026.
Un passo verso una scoperta determinante
La NASA ha ufficialmente annunciato l’intenzione di impiegare una tecnologia per approfondire la ricerca di ipotetiche forme di vita extraterrestre presenti sul satellite. Si tratta di un lander, possedente gambe in grado di effettuare una discesa sicura anche su superfici imprevedibili e scoscese, dotato di una telecamera stereoscopica illuminata, determinante per l’esplorazione. Non da meno è anche la presenza di un braccio meccanico volto alla raccolta di campioni sulla superficie della Luna, in grado di scavare sino a 20 centimetri di profondità, potendo fare affidamento sullo strumento ICEPICK.
Si tratta di un prototipo strettamente legato ad una missione che la NASA aveva già in programma da tempo, messo a punto grazie a soluzioni tecniche avanzatissime, così da rendere possibile anche la stabilità in presenza di temperature e di condizioni ambientali estreme, in grado di raggiungere una minima di addirittura -220 °C. I test a cui la tecnologia è stata sottoposta hanno registrato un perfetto superamento, con grande successo: le sperimentazioni sono state svolte su superfici simili a quelle del satellite, come lungo il ghiacciaio Matanuska, in Alaska.
Ciò che gli esperti si auspicano di rinvenire
La fase di progettazione ha posto il proprio fulcro sulla necessità di permettere alla tecnologia di raggiungere Europa, uno dei satelliti ghiacciati di Giove. La NASA, tuttavia, ha annunciato ufficialmente di voler dirottare il lander verso il satellite saturnino Encelado, meta capace di affascinare l’intera comunità astronomica per via della possibilità di tracce di vita extraterrestre da ricercarvi. Questa luna presenta delle condizioni ambientali non così ostili, data l’inferiore esposizione alle radiazioni; sono queste le caratteristiche che potrebbero spingere i ricercatori a raggiungerla, con la speranza di poter individuare le molecole organiche auspicate, ossia quelle compatibili con la formazione e lo sviluppo di forme di vita.
Ma perché proprio Encelado? Perché la sua particolare superficie potrebbe essere in grado di conservare in modo prolungato le tracce biologiche. La distanza non eccessiva che divide Encelado e le orbite satellitari di supporto rappresenta un ulteriore punto a favore, data la possibilità di agevolare, in modo altresì più efficace, la trasmissione di dati dal satellite verso la Terra. A riportarlo è Science.org.