ESTINZIONE TOTALE E ISTANTANEA | Altro che Asteroidi: il pericolo numero uno è questa Stella

La Terra sotto minaccia (Canva-Freepik foto) - www.aerospacecue.it
Il nostro Pianeta potrebbe estinguersi prima di quanto pensiamo. La responsabilità non sarebbe di un asteroide, ma di una stella
Gli asteroidi vengono sempre attenzionati in modo particolare dagli scienziati, per via della potenziale minaccia che potrebbero rappresentare nei confronti del Pianeta Terra.
Ad essere costantemente inquadrati sono, nello specifico, gli ANE, asteroidi near-Earth, le cui traiettorie possono avvicinarsi in modo estremamente rischioso e ravvicinato con il globo, provocando un aumento delle probabilità d’impatto.
L’impiego di strumenti assolutamente avanzati, come satelliti e telescopi, facilita il lavoro degli astronomi, che sono in grado di tenere traccia del comportamento e delle traiettorie degli asteroidi.
Ma negli ultimi anni la scienza ha compiuto passi ulteriormente significativi; parlando di asteroidi, il progetto DART, messo in atto dalla NASA, ha reso nota la possibilità di modificare e deviare l’orbita degli asteroidi, anche dei più minacciosi.
Un concreto rischio per la Terra
Il lavoro dei ricercatori si è rivelato fondamentale per determinare la presenza di una probabilità elevata, in modo moderatamente allarmante, che inquadrerebbe il rischio per la Terra di venire “espulsa” dal Sistema Solare. Nel corso dell’orbita che il Sistema compie intorno alla Via Lattea, infatti, esiste la possibilità che durante i milioni di anni di “viaggio” lo stesso entri in contatto con delle stelle isolate, in grado di produrre impatti a dir poco catastrofici sugli equilibri vigenti all’interno del Sistema. E sarebbe proprio una stella vagabonda a spaventare l’intera comunità astronomica, come evidenziato dalla ricerca dal nome “On the long-term stability of the Solar System in the presence of weak perturbations from stellar flybys“, la cui pubblicazione è da attribuire ad un gruppo di scienziati provenienti dall’Università di Toronto.
All’interno dello studio viene esposto come una minima variazione dell’orbita di Nettuno (si parla appena dello 0,1%) potrebbe causare un collasso totale del Sistema Solare: questo perché andrebbe a riversare le proprie conseguenze anche su Mercurio, che potrebbe addirittura ritrovarsi spinto verso Venere o verso il Pianeta Terra, entrandovi in collisione e producendo, conseguentemente una cancellazione istantanea della biosfera. Certo, si tratta di un’ipotesi che, per quanto allarmante e apocalittica, restava abbastanza improbabile, secondo i dati raccolti ed esaminati dagli esperti provenienti dall’Ontario.
L’allarme è destinato a crescere?
Tuttavia, un nuovo studio è stato in grado di restituirci risvolti decisamente più allarmanti: a condurre il nuovo studio sono stati Nathan Kaib e Sean Raymond, provenienti rispettivamente dal Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona, e dal Laboratoire d’Astrophyisique de Bordeaux – CNRS, che avvalendosi di un preciso modello sono riusciti a simulare le probabilità di transito estremo ravvicinato della stella inquadrata nei pressi del Sistema Solare nel corso dei 5 miliardi di anni a venire, facendo emergere dei rischi molto più elevati rispetto ai calcoli iniziali.
Ogni milione di anni, il nostro Sistema sarà in grado di raggiungere in modo ravvicinato le stelle entro 2,26 anni luce; una distanza che, seppur apparentemente elevata, risulterebbe sufficiente per avviare una serie di perturbazioni potenzialmente in grado di rimescolare gli elementi all’interno del Sistema, compresa la nostra Terra. Come riporta Fanpage, i dettagli della ricerca sono poi stati pubblicati sulla rivista Icarus con il nome “The influence of passing field stars on the solar system’s dynamical future“.