NASA, scoperta incredibile a poca distanza da noi | Qui c’è un’enorme quantità di acqua: finiremo noi, ma lei continuerà ad esistere

Scoperta straordinaria della NASA (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Una scoperta a dir poco sensazionale, imprevedibile anche per la stessa comunità. La presenza di questo materiale nel Cosmo è ormai appurata
La fondazione per volere del Governo degli Stati Uniti d’America della National Aeronautics and Space Administration, meglio nota come NASA, è stata capace di produrre delle scoperte che mai l’uomo avrebbe pensato di raggiungere.
L’anno della svolta fu il 1958, alle porte della Guerra Fredda che avrebbe contraddistinto i decenni a venire. Una lotta silenziosa ma assordante, priva di armi e munizioni – almeno direttamente -, che vedeva Washington e l’Unione Sovietica darsi battaglia per imporre la propria egemonia sul mondo.
Una nascita indubbiamente legata a necessità politiche, strategiche ed espansionistiche, che ovviamente conservava come suo primario obiettivo quello di fornire un’opportuna spinta al progresso tecnologico-scientifico.
Alcune delle invenzioni messe a punto dal team NASA nel corso dei suoi oltre sessant’anni di storia, hanno infatti permesso di conseguire dei risultati in grado di cambiare drasticamente anche la concezione della vita e dell’origine cosmica.
Un rilevamento straordinario
La NASA ha scoperto l’ennesima imprevedibile sorpresa nascosta all’interno dell’Universo primordiale. Dista circa 12 miliardi di anni luce dalla nostra Terra e appare come una nube di vapore acqueo, in posizione avvolgente rispetto ad un quasar di tipo ultranergetico, noto come APM 08279+5255. E’ già dal 2011 che la presenza di questo straordinario elemento è balzato all’attenzione degli esperti, in merito al quale gli approfondimenti del caso sono poi ulteriormente proseguiti grazie all’impiego di strumenti ideali a captare anche i segnali meno percettibili.
Millimetrici e submillimetrici, dunque, che hanno portato a scoprire la presenza di condizioni estreme nelle aree circostanti il quasar, con temperature capaci di raggiungere i 63°C e una densità del vapore acqueo sino a 100 volte superiore rispetto alle misurazioni effettuate in zone differenti dell’Universo, dove l’acqua è capace di accumularsi in quantità astronomiche. Ma qual è il fulcro vero e proprio della scoperta? La presenza di quello che è stato definito un mare cosmico, situato a circa 12 miliardi di anni luce; un serbatoio d’acqua allo stato gassoso, che subisce il riscaldamento direttamente dall’energia titanica del quasar.
Una risposta concreta
Questi oggetti vengono alimentati da buchi neri supermassicci e sono in grado di emettere un quantitativo di energia a dir poco straordinario, esattamente come avviene nel caso di APM 08279+5255, che contiene al suo interno un buco nero possedente una massa pari a 20 miliardi di volte quella del Sole. La sua potenza è determinante nella creazione di un ambiente favorevole all’esistenza di molecole d’acqua in forma gassosa, in netto contrasto rispetto alla canonica presenza idrica all’interno della Via Lattea.
Una presenza così fitta di acqua, seppur in un Universo così giovane, è stato elemento di dibattito tra i cosmologi, dato che, una frangia degli stessi, credevano che la comparsa dell’acqua fosse avvenuta successivamente rispetto alle prime galassie. Eppure, la sua presenza precoce avrebbe giocato un ruolo determinante nell’origine di stelle e pianeti. La sua presenza, inoltre, potrebbe rappresentare un ipotetico campanello d’allarme relativamente alla possibilità di esistenza di altre forme di vita dislocate nell’Universo; un indicatore di mondi abitabili, dunque, ancora tutto da scoprire. A riportarlo è Modena Volta Pagina.