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PIANETA NOVE, scoperto il motivo del suo gioco a nascondino | È rimasto intrappolato nella “fuga dei giganti”

Rappresentazione del Pianeta Nove (Nasa Science foto) - www.aerospacecue.it

Rappresentazione del Pianeta Nove (Nasa Science foto) - www.aerospacecue.it

Forse non si nasconde affatto: una nuova ricerca spiega perché Pianeta Nove potrebbe essere rimasto bloccato ai margini.

È da un po’ che si parla di pianeti sperduti, finiti a orbitare così lontano dalle proprie stelle che sembrano quasi fantasmi. Eppure ci sono. Alcuni, forse, sono ancora là fuori, ai margini del nostro stesso Sistema solare. O almeno è quello che suggeriscono strani movimenti e orbite storte di certi oggetti là oltre Nettuno. Qualcosa, o qualcuno, li sta spingendo. Ma cosa?

L’idea che ci siano pianeti giganti sfuggiti al radar non è nuova. Anzi, affascina da anni chi studia l’Universo. Il problema è sempre lo stesso: come fanno a finire così lontani? Non ha molto senso, se si pensa alla classica teoria della formazione planetaria. Eppure, ogni tanto, la scienza riesce a tirar fuori un’ipotesi più intrigante della precedente.

Il mistero si infittisce quando entriamo nel campo dei cosiddetti pianeti a orbita larga. Sono quelli che viaggiano su traiettorie assurde, a centinaia o anche migliaia di unità astronomiche dalla loro stella. Immaginateli come vagabondi di lusso: tecnicamente legati alla loro stella, ma così lontani da sembrarne quasi indipendenti.

E poi c’è lui, il “fantasma” per eccellenza: Pianeta Nove. Nessuno l’ha mai visto, vero, ma alcuni segnali fanno pensare che ci sia. O almeno ci sia stato. Però da dove viene, e perché se ne sta nascosto così bene, non è ancora chiaro.

Un’ipotesi nuova (e piuttosto convincente)

Di recente, come riporta www.media.inaf.it, è uscito su Nature Astronomy uno studio che potrebbe fare luce – è il caso di dirlo – su questa storia. Un gruppo di ricercatori della Rice University e del Planetary Science Institute ha usato simulazioni complesse per cercare di capire come si formino questi pianeti “lontanissimi”. Il risultato? Beh, sembrerebbe che non siano così rari o strani come si pensava.

Secondo i modelli creati, nei primi momenti della vita di un sistema planetario – quei periodi turbolenti in cui tutti i pianeti si spingono e si strattonano come in una partita a flipper cosmico – può capitare che alcuni vengano scagliati lontano. Ma non del tutto. Alcuni si fermano. Rimangono in orbite larghissime, ma sempre legati alla loro stella. E spesso è grazie all’“aiutino” gravitazionale delle stelle vicine, negli ammassi in cui tutto è nato.

I pianeti del sistema solare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
I pianeti del sistema solare (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Pianeta Nove, il fuggiasco rimasto intrappolato

Ecco dove entra in scena Pianeta Nove. Le simulazioni mostrano che, se il nostro Sistema solare ha passato due particolari momenti di caos (una durante la crescita di Urano e Nettuno, l’altra durante la dispersione tra i giganti), allora c’era una chance – tipo il 40% – che un pianeta finisse sparato via… ma non fuori. Bloccato su un’orbita enorme, congelato nel tempo.

Il bello è che questa ipotesi coincide con quello che gli astronomi si aspettano da Planet Nine: un oggetto distante tra 250 e 1000 unità astronomiche, mai osservato, ma fortemente sospettato per via delle orbite degli oggetti transnettuniani. Insomma, non si nasconde. È lì dove il caos primordiale l’ha lasciato.