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Traguardo storico per l’Italia | Scoperto un “Pianeta Lepre” enorme, più grande di Giove: nessuno ci aveva fatto caso

Scoperto un nuovo Pianeta

Scoperto un nuovo Pianeta (Canva-NASA foto) - www.aerospacecue.it

L’Italia si rende protagonista di un lavoro eccellente. Grazie al suo contributo, è stato possibile rilevare questo peculiare Pianeta

Il nostro Paese ha da sempre ricoperto un ruolo di rilievo nell’ambito dell’era delle esplorazioni spaziali. La presenza italiana è, infatti, stata costante nel corso di numerosi missioni internazionali.

A partire dalla fondazione della Stazione Spaziale Internazionale, sino a giungere al programma Artemis, passando per gli obiettivi già prefissati per il futuro, come, per esempio, il progetto indipendente PRISMA.

A livello governativo, l‘Agenzia Spaziale Italiana, meglio nota con l’acronimo ASI, è stata in grado di rilevarsi come una delle più apprezzate eccellenze a livello globale.

Non è un caso che la stessa, oltre al coordinamento delle attività spaziali strettamente connesse allo scenario nostrano, sia stata in grado di ritagliarsi un ruolo di rilievo anche nell’ambito delle collaborazioni internazionali, come quelle intraprese con NASA ed ESA.

Uno strumento fondamentale

L’introduzione dell’Eris, vantante uno spettrografo a campo integrale, oltre che di un modulo di ottica adattiva, ha rappresentato un significativo passo in avanti per l’intera comunità, che ora ha possibilità di godere di osservazioni sensibilmente migliorate, dal punto di vista della risoluzione, così come del contrasto. Un degno successore del Very Large Telescope, come evidenziato anche da uno studio guidato dall’EHT di Zurigo, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione dell’INAF, e i cui risultati sono stati pubblicati su Astronomy & Astrophysics.

Enhanced Resolution Imager and Spectrograph (ERIS) è stato impiegato per inquadrare l’orbita del gigante gassoso AF Lep b, correntemente orbitante intorno ad una stella classificata come tipo F, situata a circa 87,5 anni luce dal Sistema Solare, all’interno della Costellazione della Lepre. L’installazione di Eris è avvenuta nel 2022, medesimo anno dell’entrata in servizio, direttamente al telescopio VLT presso l’Osservatorio dell’ESO, in Cile, ed è stato immediatamente capace di dimostrarsi come un’eccellenza nel campo per via delle proprie capacità, anche relativamente all’inquadratura dei pianeti super-gioviani.

ERIS
ERIS (ESO foto) – www.aerospacecue.it

Le ipotesi degli studiosi

A rendersi indispensabile è l’efficace collaborazione tra lo spettrografo a campo integrale Spiffier e il modulo di ottica adattiva, che risulta essere un’eccellenza totalmente italiana, la cui progettazione e realizzazione è avvenuta direttamente presso la sede INAF di Firenze, grazie al lavoro del team di scienziati guidato da Simone Esposito e Armando Riccardi, che ha garantito ad Eris la possibilità di separare la luce proveniente dal Pianeta, distinguendo le firme spettrali caratteristiche sia di quest’ultimo, sia della sua stella ospite. Prendendo come esempio proprio AF Lep b, il Pianeta possiede una massa pari a 3,7 volte quella di Giove e compie un’orbita dalla durata di 24 anni per completare il giro attorno alla sua stella.

Nell’atmosfera è stato possibile per i ricercatori riscontrare la presenza di firme chimiche riferenti ad acqua e monossido di carbonio; la temperatura della fotosfera della stella AF Lep è pari a 800 gradi kelvin, ciò aveva precedentemente condotto a credere che il metano dovesse figurare come carbonio dominante, con una presenza inferiore di monossido di carbonio. Così non è stato e, stando a quando riportato dall’INAF, ciò ha portato gli scienziati a fare i conti con un’ipotetica condizione di disequilibrio chimico.