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Civita, in Calabria esiste un luogo magico dove le case sembrano uomini | Qui si praticano ancora riti millenari della cultura arbëreshë

Civita

Un borgo estremamente suggestivo (Canva-Borgo di Civita foto) - www.aerospacecue.it

Questo luogo fermo nel tempo continua a conservare la tradizione plurisecolare dei suoi fondatori. Ecco perché dovresti visitarlo assolutamente

Tra le più suggestive mete da visitare nella punta del nostro “Stivale”, la Regione Calabria, figura sicuramente Reggio Calabria, capace di custodire ancora al giorno d’oggi il passato storico che ha visto questa fetta d’Italia divenire un’importante colonia appartenente alla Magna Grecia.

Gli amanti della storia non resteranno certo insoddisfatti raggiungendo Cosenza, che proprio per via del suo immenso patrimonio artistico-culturale, è nota con un soprannome di certo non casuale: l’Atene della Calabria.

Per gli amanti degli scorci sul mare, da lasciare senza fiato, imperdibile anche una visita presso la così detta “Perla del Tirreno“, Tropea, con le sue splendide spiagge. Non da meno Scilla, sulla quale ancora oggi aleggia l’impronta significativa dell’antica mitologia.

Ma la Calabria è anche in grado di offrire scorci naturalistici spettacolari. A partire dalle montagne e dalle foreste del Parco del Polino, giungendo fino ai laghi e ai sentieri, adatti per la pratica di escursioni e trekking, che caratterizzano la Sila.

Una meta unica in tutto lo “Stivale”

Una delle chicche sicuramente più imperdibili dell’intera Calabria è rappresentata dal villaggio di Civita, sito nel cuore pulsante del Parco Nazionale del Pollino, stagliandosi arroccato a 450 metri di altitudine. La sua principale caratteristica è quella di essere un piccolissimo paese arbëreshë, in quanto fondato nel lontano 1471 da profughi albanesi, costretti a fuggire dalla propria terra natìa a causa della minaccia ottomana.

Ancora oggi recandosi a Civita sarà, infatti, possibile ammirare i tratti distintivi dei tradizionali impianti a “gjitonia”, che sottolineano come il forte legame dei fondatori con il proprio luogo d’origine non abbia cessato di resistere, anche a centinaia di chilometri, ma soprattutto a secoli, di distanza. Ciò è particolarmente evidente, per esempio, già dalla toponomastica, contraddistinta da vicoli lastricati e da case presentanti un aspetto decisamente curioso, che le portano ad assomigliare, per certi versi, a creature antropomorfe; il motivo di questa caratteristica è da ricercare negli usi, nei costumi, nella mitologia e nei riti della comunità arbëreshë, che si avvale ormai da secoli di simili costruzioni per tenere lontani gli spiriti maligni.

Civita
Civita di notte (I Borghi più Belli d’Italia foto) – www.aerospacecue.it

Un legame più vivo che mai

Visitare il centro storico vuol dire percorrere scalinate ripide e saliscendi in pietra. Un percorso necessario da compiere, se ci si vuole trovare dinnanzi alle “case umane“, adornate da comignoli esterni che possiedono anche una funzione adornatrice e che, come già abbiamo avuto modo di accennare, sono in grado di mettere a nudo l’inventiva e l’estro dei mastri artigiani e degli artisti di etnia arbëreshë, i cui trucchi e segreti sono stati tramandati di generazione in generazione, sino a giungere ai giorni nostri. Altro tratto peculiare ed inconfondibile della mano degli esuli balcanici è la già citata disposizione delle gjitonie, termine con il quale vengono indicati dei veri e propri microsistemi sociali, presentanti quella che viene definita “casa madre” sita nel perfetto centro.

Non è un caso che nella Chiesa di Santa Maria Assunta, edificata nel corso del ‘500, proprio a seguito della venuta arbëreshë dalle parti di Civita, oggigiorno continuino ad andare in scena spettacoli e canti provenienti dalla liturgia bizantino-ortodossa. Per chi volesse approfondire l’aspetto correlato all’insediamento di tale popolo, non potrà di certo farsi mancare una visita presso il Museo Etnografico Arbëreshë. Uno spettacolo di cultura, storia e tradizioni, contornato da bellezze naturali di assoluta meraviglia, tenendo conto della posizione dell’antico borgo, a strapiombo sulle Gole del Raganello. Lo scrive Elle Decor.