Tra Bivona ed Alessandria si erge fiero un castello medievale | Domina la Valle ed una diga che da acqua a tutta la Regione

Un castello da non credere (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Questa costruzione risultava essere davvero imponente. Merita una visita per il suo passato storico e per l’importanza che il luogo continua a ricoprire
Il forte passato medievale dell’Italia continua a pulsare ininterrottamente, ancora oggi. Già, perché il nostro territorio è denso di resti e ruderi appartenenti proprio a quest’epoca storica, in diversi casi anche mantenuti in un perfetto stato di conservazione, esattamente come potevano apparire all’epoca della loro edificazione.
A partire dai canonici castelli, sino a passare alle cittadine e ai borghi fortificati, la storia medievale ha assunto un impatto decisivo sul corso dei secoli a venire e la loro importanza storica è assoluta. La Penisola per i più appassionati di turismo medievale sarà in grado di regalare degli scorci da fiaba.
Tra gli esempi più splendidi e suggestivi di architetture medievali in Italia possiamo sicuramente annoverare il celebre Castel del Monte, in Puglia, costruito per volontà di Federico II di Svevia e contraddistinto da una peculiare forma ottagonale, o Castel dell’Ovo, a Napoli.
Per immergersi a pieno nell’atmosfera di questo periodo storico, inoltre, esistono differenti rievocazioni o spettacoli in maschera, che vengono portati in scena indossando costumi tipici dell’epoca e mostrando usi comuni della vita quotidiana dei nostri antenati, dalle scene di guerra al momento dei pasti in famiglia.
Perdersi nel tempo
La diga Magazzolo e la rispettiva passeggiata figurano indubbiamente come alcuni degli scorci in assoluto più suggestivi dell’intero territorio italiano; due chilometri di percorrenza tra saliscendi, boschetti e costruzioni che saranno immediatamente in grado di trasportare i visitatori in un’altra epoca. Ci troviamo tra Bivona e Alessandria della Rocca, nella Provincia di Agrigento e qui sarà possibile ammirare un’infrastruttura.
A spiccare è soprattutto la diga Castello, i cui lavori per la realizzazione ebbero inizio nel corso della metà degli anni ’60, protraendosi, a causa di numerose questioni, sino al 1985. Si tratta di una diga in piena regola, necessaria per l’irrigazione dei campi siti nelle valli di Magazzolo, Platani e Verdura nel corso della stagione estiva, quando l’intera Isola di Sicilia si trova nel bel mezzo di un’afa significativa.
Uno scenario unico
Tra i profumi delle specie floristiche tipiche della zona, a partire dalle caratteristiche margherite, di colore bianco e giallo, sarà possibile scorgere il vero e proprio protagonista dello scenario; i ruderi del fu Castello Pietra d’Amico. Il primo documento della storia menzionante il Castello, precisamente denominato “Castrum Petre Amici” risale addirittura al 1355.
Di probabile costruzione bizantina, in un periodo in cui resisteva la necessità di difendersi dalle invasioni bizantine, il suo nome deriva dal Signore Pietro d’Amico. Gli studiosi hanno ipotizzato come il complesso, la cui gran parte oggi non esiste più, possedesse anche una torre quadrangolare di vedetta. Attenzione, però, perché avvicinarsi ai ruderi appare un’impresa da veri avventurieri; a separarlo dall’area di visita, infatti, è presente proprio l’omonima diga. A riportarlo è Balarm News.