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NASA, la fine del mondo è più vicina di quanto si sperasse | Aveva ragione Hawking: siamo già in via di estinzione

Manca poco alla fine del mondo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Manca poco alla fine del mondo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Hawking lo aveva previsto e ora la NASA lo conferma: il nostro pianeta potrebbe finire prima di quanto immaginiamo.

L’idea della fine del mondo non è mai stata solo una fantasia da film o da predicatore con il cartello in mezzo alla strada. È qualcosa che, in fondo, ci accompagna da sempre. Le antiche civiltà leggevano il cielo come fosse un libro sacro, cercando segni e presagi. Oggi, invece, non servono più stelle o oracoli. Ci bastano i numeri, i dati, gli studi – insomma, la scienza. Ma la paura, quella no, quella è rimasta identica.

Con il tempo, le profezie hanno cambiato volto. Non si parla più di dèi arrabbiati o pianeti che si allineano, ma di CO₂, innalzamento dei mari, ecosistemi al collasso. La preoccupazione è la stessa, ma adesso ha grafici a supporto. E chi ci mette in guardia non è uno sciamano in cima a una montagna, ma scienziati con curriculum lunghi chilometri.

Oggi il problema è che non possiamo più far finta di niente. Le conseguenze del nostro stile di vita sono ovunque, sotto gli occhi di tutti. Ma sembra che la rimozione collettiva sia ancora fortissima. “Tanto non capiterà domani”, pensiamo. E intanto ci avviciniamo, passo dopo passo, a un punto di non ritorno. Ma il fatto che non sia improvviso non vuol dire che sia lontano.

Tra le tante voci che hanno cercato di scuoterci, una in particolare ha fatto più rumore delle altre: quella di Stephen Hawking. Il fisico, con il suo tono sempre pacato ma diretto, ha detto chiaramente che la Terra non durerà per sempre. E no, non parlava per metafore. Aveva in mente un orizzonte temporale preciso, e nemmeno troppo remoto.

La scienza non parla più per ipotesi

Come riporta Sfpdentalserviceversilia.it, Hawking aveva immaginato un futuro in cui il nostro pianeta diventa letteralmente invivibile, e non per colpa di un asteroide. Ma per via nostra. La sua ipotesi – che sembrava azzardata, almeno inizialmente – oggi viene ripresa, aggiornata e soprattutto confermata da fonti autorevoli. Una di queste è la NASA, che negli ultimi anni ha alzato notevolmente il livello d’allerta su ciò che sta accadendo alla Terra.

Le ultime rilevazioni, ottenute da satelliti e strumenti ultra avanzati, parlano chiaro: i segnali di collasso stanno aumentando. Il riscaldamento globale non è più un rischio: è una realtà. E sta accelerando. In un report presentato durante la COP26, la NASA ha illustrato dati preoccupanti. Parliamo di scioglimento dei ghiacci a ritmi mai visti, temperature record anno dopo anno e una Terra che cambia pelle troppo in fretta. Quel famoso “effetto serra fuori controllo” che Hawking temeva… beh, sta prendendo forma. Ma cosa possiamo fare di concreto?

Riscaldamento degli oceani (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Riscaldamento degli oceani (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Quando le ipotesi diventano avvisi seri

Quello che un tempo sembrava uno scenario da romanzo distopico, ora si legge nei bollettini scientifici. Hawking aveva previsto che avremmo trasformato il nostro mondo in una fornace, e la direzione – purtroppo – è proprio quella. Non ha parlato tanto per, né per creare panico. Ha lanciato un messaggio chiaro: o si cambia rotta o si va a sbattere. Punto.

La NASA sta cercando soluzioni – esplorazioni spaziali, tecnologie di difesa ambientale, nuove strategie energetiche – ma il tempo stringe. E mentre si guarda a Marte o ad altri pianeti come possibile via di fuga, qui sulla Terra le condizioni peggiorano. La previsione di Hawking non era una provocazione: era (anzi, è) una diagnosi. E noi, oggi, iniziamo a vedere i primi sintomi seri.