Guerra, c’è sempre più preoccupazione per il nucleare | Se dovesse accadere non stiamo al sicuro: fuggire subito dall’Italia

Illustrazione di una guerra nucleare (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Il mondo è in elevato stato di allerta. Lo scoppio di un conflitto nucleare potrebbe avvenire da un momento all’altro. Solo qui saresti sicuro
La preoccupazione circa la possibilità di un’escalation nucleare sta assumendo delle dimensioni ogni giorno sempre più preoccupanti, arrivando a rappresentare una concreta minaccia per il globo intero.
Se si è giunti in una simile circostanza è a causa dell’impatto prodotto dalle numerose guerriglie e tensioni geopolitiche, che pur trovando i propri epicentri in territori del mondo differenti, sono riuscite a rappresentare un disagio significativo per l’intera comunità.
A partire dal conflitto russo-ucraino, che già all’epoca aveva portato ad ipotizzare l‘imminente mossa di guerra nei confronti proprio di Mosca da parte della NATO e che oggi, a distanza di oltre tre anni, non sembra ancora voler accennare ad una risoluzione.
E come non citare il riacutizzarsi di un conflitto ideologico, religioso e geopolitico che prosegue ininterrotto da quasi otto decenni; lo scontro tra israeliani e palestinesi, che ha condotto i più autorevoli esperti a considerare tra le possibilità sul tavolo, anche lo spettro dello scenario nucleare.
Gli scenari più drammatici ipotizzabili
L’ipotetico scoppio di una guerra termonucleare verso il continente europeo produrrebbe immediatamente un’inevitabile devastazione della stragrande maggioranza del suo territorio, tenendo in conto che ciascuna testata eventualmente sganciata sarebbe in grado di produrre un’onda d’urto il cui potere distruttivo sia in grado di raggiungere e superare anche gli 1-2 km, provocando incendi, oltre alla diffusione delle radiazioni gamma. E non si tratterebbe nemmeno del risvolto peggiore, tenendo conto delle conseguenze successive al fallout radioattivo, che potrebbe condurre ad una contaminazione nel raggio addirittura di centinaia di chilometri di distanza rispetto al luogo colpito, a causa delle particelle trasportate dal vento fino all’interno di aria e falde acquifere.
Lo Stato europeo che, probabilmente, più di tutti potrebbe subire conseguenze devastanti sarebbe la Germania; la fitta presenza nel suo territorio di basi NATO determinanti ai fini strategici dell’alleanza atlantica, renderebbe il territorio teutonico assolutamente vulnerabile. Anche se gli attacchi mirati dovessero concentrarsi esclusivamente verso i precedentemente citati punti strategici, come Ramstein o Büchel, il significativo fallout nucleare condurrebbe le scorie immediatamente verso le grandi città dello Stato centroeuropeo, a partire da Berlino e Monaco di Baviera. Un’altra situazione da monitorare strettamente, per via soprattutto della posizione geografica del Paese, è quella relativa alla Polonia, confinante con Russia e Bielorussia.
I luoghi migliori in cui rifugiarsi
E per quanto riguarda la nostra Italia? Meglio non fare troppo affidamento sulla Penisola nel caso in cui le necessità impongano di ripararsi da un conflitto nucleare. In particolar modo, a soffrire potrebbe essere l‘area settentrionale, considerando la presenza di basi ad Aviano, in Friuli-Venezia Giulia, e Ghedi, nel bresciano. Ma anche tutte le altre città nostrane potrebbero rischiare di essere raggiunte dalle contaminazioni successive all’impatto dei venti.
Tuttavia, esistono delle mete, direttamente nel nostro Continente, che potrebbero risultare più protette, a partire da Portogallo e Spagna, per via del loro posizionamento, verso l’estremità occidentale dell’Europa, ma data anche l’assenza nei rispettivi territori nazionali di obiettivi strategici, come le basi NATO (al contrario dell’Italia). Il medesimo discorso vale per le isole distanti rispetto alla terraferma, quali l’Irlanda e l’Islanda, così come quei luoghi siti nell’estremo settentrione europeo, come i Paesi scandinavi, che avranno a loro vantaggio una bassa densità abitativa, anche se i venti orientali potrebbero egualmente portare ad un aumento del rischio. Ad indicarlo è Il Meteo.net.