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Luna, l’ispirazione degli innamorati prima era l’inferno | Piena di mini vulcani che vomitavano lava

Illustrazione di un vulcano lunare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione di un vulcano lunare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Dietro il fascino romantico della Luna si nascondeva un passato pieno di fuoco, lava e minuscole eruzioni esplosive.

Da sempre la guardiamo col naso all’insù, sospirando un po’. La Luna è lì, sospesa nel cielo come un’enorme lanterna malinconica. È ispirazione per canzoni, poesie, promesse d’amore. Ma… e se ti dicessi che, tanto tempo fa, quella faccia così tranquilla era in realtà tutto tranne che calma?

Il fatto è che molte volte ci lasciamo ingannare dall’aspetto delle cose. Vedi un paesaggio lunare: grigio, pieno di crateri, sembra eterno. Silenzioso. Quasi noioso, se vogliamo. Ma c’è un passato lì sotto, un passato fatto di movimenti, esplosioni, trasformazioni. Solo che non lo vedi. È tutto microscopico. Nascosto in cose che nessuno nota a occhio nudo.

E quando qualcosa è così minuscolo da sembrare insignificante, spesso viene ignorato. E invece… sono proprio i frammenti più piccoli che custodiscono le storie più incredibili. Oggetti raccolti cinquant’anni fa, dimenticati in qualche cassetto della NASA, oggi raccontano verità che all’epoca nessuno poteva nemmeno immaginare. Roba da film di fantascienza, verrebbe da dire. Eppure è scienza vera.

Insomma, non è solo poesia. La Luna nasconde — anzi, conserva — indizi concreti del suo passato turbolento. Basta sapere dove cercare. E soprattutto, avere gli strumenti giusti per farlo. Per fortuna, ora li abbiamo.

Quei minuscoli “gioielli” lunari parlano

Tutto comincia nel ’72, con la missione Apollo 17. I campioni di suolo riportati sulla Terra vengono conservati, studiati un po’, poi… lasciati lì. Ma oggi, grazie a tecnologie tipo la NanoSIMS 50 (un nome che sembra uscito da un manga sci-fi), gli scienziati hanno finalmente potuto scrutare dentro certe microsfere di vetro lunare.

Sembrano biglie colorate, niente di che. E invece, ognuna è come una capsula del tempo. Dentro c’è tutto: pressione, gas, cristalli, temperatura. E soprattutto, le prove di un’attività vulcanica pazzesca. La Luna, un tempo, era piena di minuscoli vulcani che eruttavano lava nel vuoto. Lava che poi si solidificava al volo, creando queste piccole sfere di vetro, nere o arancioni, a seconda dei gas presenti.

Superficie della Luna (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Superficie della Luna (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Non era un deserto: la luna brontolava

Le analisi più recenti hanno svelato un quadro molto diverso da quello che ci aspettavamo, come riporta anche Tecnoandroid. La Luna — che immaginiamo ferma e spenta da sempre — era invece ricoperta da microvulcani attivi. Tipo fontanelle di fuoco, ma in scala mini. Eruttavano gas come idrogeno e zolfo, e le perle di vetro sono nate proprio così: come schizzi di lava raffreddata all’istante.

Un team delle università di Brown e Washington a St. Louis ha pubblicato uno studio su Nature Geoscience nel giugno 2025, mostrando come queste perle contengano tracce chimiche uniche e indicazioni su un interno lunare ancora ricco di sostanze volatili. Quello che sembrava solo un souvenir geologico è in realtà la prova di un passato vulcanico esplosivo.