ALLERTA Terra, dallo Spazio hanno visto qualcosa di catastrofico | Le nuvole erano uno scudo naturale: oggi stanno scomparendo

L'importanza delle nuvole (Canva-Pexels foto) - www.aerospacecue.it
I segnali che ci giungono procedendo verso il futuro non appaiono per nulla rassicuranti. La comunità scientifica mette tutti in allerta
Tutti conosciamo il processo che porta all’origine delle nuvole. Quando l’acqua per effetto del calore evapora da una qualsiasi massa o corso d’acqua presente nel mondo, l’aria umida porta le particelle a salire verso l’alto.
Una volta raggiunto un determinato punto di altitudine, l’aria giunge a raffreddarsi, fino a che si trasforma in vapore, che a sua volta si condensa, mostrandosi sottoforma di piccole goccioline, che addossandosi attorno a particelle ancora più microscopiche portano all’origine delle nuvole.
Per questo il ciclo dell’acqua appare fondamentale per la vita umana, perché nel momento in cui le gocce che si uniscono per formare queste masse di vapore e cristalli risultano essere troppo numerose e pesanti, le stesse vengono espulse. In che modo?
Ovviamente sottoforma di precipitazioni, come la comunissima pioggia, la più rara neve (manifestazione prettamente riconducibile al periodo estivo) o la sempre temuta grandine, che può presentarsi come minuscole “biglie” ghiacciate, o come delle pericolosissime e più ampie sfere.
Una situazione di grande emergenza
La NASA ha recentemente effettuato degli approfondimenti capaci di evidenziare una situazione di reale allarme. Se un tempo le nuvole temporalesche costituivano un vero e proprio scudo naturale nei confronti del nostro Pianeta, il fatto che si ritrovino correntemente riguardate da una progressiva riduzione ha provocato sicuramente un duro colpo da incassare per l’intera comunità. Il potenziale delle nuvole risulta essere immenso anche per quanto concerne la sua funzione riflettente, in grado di deviare la luce solare in direzione dello Spazio invece che del Pianeta Terra.
Quanto ne consegue è che, una progressiva diminuzione della loro presenza conduce alla possibilità che un maggior quantitativo di energia solare raggiunga, senza nemmeno passare per un qualche tipo di filtro, i territori ospitati dal globo terracqueo, oltre che, ovviamente, i suoi oceani. L’esperto George Tselioudis, proveniente dal Goddard Institute for Space Studies è stato tra i primi a far sentire la propria voce circa la problematica, evidenziando la presenza di dati a dir poco allarmanti. In particolar modo, l’emergenza si concentrerebbe su tre zone specifiche del globo, ossia l’Intertropical Convergence Zone, sita nel bacino equatoriale, le fasce extratropicali, vale a dire quelle comprese tra 30° e 60° di latitudine, e le zone subtropicali.
L’allarme non accenna ad attenuarsi
Le aree nuvolose tradizionalmente coperte risultavano essere pari all’85%, ma i dati recenti diffusi da affidabilissimi enti quali MODIS e ISCCP sono stati, purtroppo, capaci di svelare come si sia assistito ad una progressiva riduzione delle stesse, addirittura pari all’1,5-3% in meno per ogni decade trascorsa. Stiamo parlando di una circostanza che impone la necessità di operare in modo unitario e collaborativo, poiché il processo, che già appare particolarmente complesso da invertire, rappresenta una possibilità di ulteriore “manforte” nei confronti della problematica del surriscaldamento globale.
Se gli oceani ricevono un quantitativo più significativo di raggi solari diretti, ciò comporta un aumento delle sue temperature, anche in profondità, comportando una serie di difetti circa i regolari cicli di correnti o carbonio che si verificano proprio nelle acque più nascoste. Le possibilità di rischio si allargano, ovviamente, anche nei confronti degli esseri umani, data l’ipotesi di verificazione di manifestazioni violente quali piogge torrenziali incessanti ed improvvise, fino allo spaventoso scenario inquadrante gli uragani. A riportarlo è Tecnologia Libero.