Alieni, riescono a scovare la Terra da lontanissimo | Il richiamo per gli avvistamenti sono gli aeroporti: Londra e New York bersagli principali

Potremmo comunicare con loro (canva.com) - www.aerospace.it
Sugli alieni se ne dicono tante; ma gli ultimi aggiornamenti sono un chiaro segnale di avvertimento per le grandi città.
In un vasto e silenzioso universo, anche i segnali più sottili possono diventare luminosi fari cosmici. Per coloro che amano profondamente l’universo e la scienza, sono fanali di guida verso i misteri.
Quando consideriamo gli aeroporti – spazi dedicati ai viaggi, agli arrivi e alle partenze – è raro concepirli come punti di contatto con lo spazio profondo.
Tuttavia, secondo uno studio recente, gli aerei che svolazzano nei nostri cieli possono, senza volerlo, indicare la nostra presenza anche oltre l’atmosfera terrestre.
Può sembrare teoria e congettura; ma quando è la stessa ricerca ad avere le evidenze necessarie, la discussione diventa inevitabile.
Anni luce di distanza
Lo riporta il britannico The Sun: nel corso dell’ultimo National Astronomy Meeting organizzato dalla Royal Astronomical Society, il dottorando Ramiro Caisse Saide dell’Università di Manchester ha esposto una ricerca che illustra in che modo i radar civili e militari degli aeroporti, come Heathrow, Gatwick e JFK, possano funzionare come autentici “fari” spaziali. Questi sistemi producono segnali radio di circa 2 × 10¹⁵ watt, sufficientemente forti da essere captati a una distanza di circa 200 anni-luce, a condizione che chi ascolta disponga di strumenti di pari sofisticazione, come il radiotelescopio di Green Bank.
Saide evidenzia che tali segnali, sebbene involontari, possiederebbero tratti tali da sembrare decisamente artificiali: nello specifico, i segnali radar potrebbero funzionare come un segnale universale di vita intelligente! Questo indica che civiltà aliene con tecnologie elevate potrebbero osservare, da un anno luce di distanza, i modelli regolari e direzionali di tali impulsi radar.
Segnali distinti
In aggiunta, la ricerca indica una sinergia significativa: se siamo in grado di rilevare le “fughe” di radio generate dalla nostra tecnologia, possiamo affinare le nostre metodologie per identificare potenziali segnali inversi, ovvero quelli provenienti da civiltà extraterrestri. Capire come si diffondono i nostri radar è utile per identificare le bande radio importanti e per progettare futuri strumenti che siano meno soggetti all’inquinamento elettromagnetico. Questo avrebbe, secondo il Sun, potenziali effetti positivi in astronomia, nella difesa planetaria e nelle comunicazioni spaziali.
Il co‑ricercatore Michael Garrett sottolinea l’importanza strategica di tali informazioni: analizzare le modalità di diffusione delle nostre emissioni nello spazio potenzia la capacità umana di tutelare il radio‑spettro e contribuisce alla progettazione delle future tecnologie radar. Per concludere, tutto ciò che inizialmente appariva come un insignificante segnale radar nelle rotte aeree può evolversi in un impulso spaziale. Heathrow e strutture simili non sarebbero semplici luoghi di transito per passeggeri, ma piuttosto fari silenti che rischiarano diverse porzioni del nostro pianeta nello spazio.