Marte, la sonda ha appena scoperto degli enormi incavi sulla superficie | La presenza di acqua è certa: bisogna scavare per trovarla

Il pianeta Marte e acqua (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Una misteriosa regione marziana rivela dettagli nascosti che potrebbero riscrivere il passato del Pianeta Rosso.
Per anni abbiamo pensato a Marte come a una distesa di polvere rossa e rocce scolpite dal vento. Un deserto gelido, immobile, insomma. Ma—e questa è la cosa interessante—ci sono sempre più segnali che qualcosa lì sotto stia raccontando un’altra storia. Una storia che, finora, ci era sfuggita.
Non è che manchino le immagini, i dati o gli strumenti. Anzi. Le missioni marziane hanno raccolto una quantità enorme di informazioni. Però… beh, ci sono aree che sembravano banali, poco rilevanti, e che adesso, guardandole meglio, iniziano a rivelare dettagli mai notati prima. Basta una minuscola irregolarità nel terreno per far scattare un’intera nuova ipotesi.
Negli ultimi tempi, proprio questo è successo. Strumentazioni molto avanzate hanno cominciato a mostrare piccoli sollevamenti del terreno, curve strane, disegni quasi invisibili. Roba che, con gli occhi giusti, può cambiare completamente il significato del paesaggio. E allora ci si ferma, si zooma, si studia di nuovo tutto da capo.
Una zona in particolare—poco nota e pure un po’ trascurata finora—sta diventando un vero enigma. Non per quello che si vede a occhio nudo, ma per ciò che emerge nei rilievi e nei tracciati digitali. È come se ci fosse una mappa segreta, incisa sotto la sabbia rossa, che aspetta solo di essere interpretata.
Una forma che non ti aspetti
La regione si chiama Noachis Terra. Nome evocativo, no? È lì che un gruppo di ricercatori, guidato da Adam Losekoot (un dottorando dell’Open University), ha trovato qualcosa di davvero insolito, come riporta anche Libero Tecnologia. Analizzando immagini della sonda Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, hanno notato delle… ehm, strane formazioni. Non sono fossati o valli, ma rilievi, tipo cordoni rialzati, che si snodano nel paesaggio.
Il team le ha chiamate “fluvial sinuous ridges”. In pratica: resti di antichi fiumi che si sono induriti e ora spuntano come creste dal terreno. Hanno tracciato più di 15.000 chilometri di questi “cordoni”, il che fa pensare non a eventi isolati, ma a una rete idrica vera e propria. Diffusa. Viva.
Una traccia d’acqua sotto la polvere
Lo studio, pubblicato e poi rilanciato dalla Royal Astronomical Society, parla chiaro: queste formazioni potrebbero essere la prova che su Marte l’acqua c’è stata, eccome. E non per pochi giorni o in rare occasioni. Parliamo di fiumi lunghi, larghi anche più di un chilometro, pieni di meandri e curve da sembrare ancora in movimento.
Il punto è questo: se c’erano fiumi, forse c’era anche pioggia. O neve. Un clima molto più mite di quanto pensassimo, stabile, con pressione sufficiente a mantenere l’acqua liquida. E se c’era acqua in superficie… allora, beh, potrebbe essercene ancora sotto. Magari intrappolata. Magari piena di segreti.