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Sta sfrecciando verso di noi un corpo celeste antichissimo | Il Sole in confronto è un neonato, ma la NASA non ha soldi per tenerlo d’occhio

Corpi celesti

Corpi celesti (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Gli scienziati hanno avvistato un corpo celeste molto antico. Paragonato al Sole ci sono moltissimi anni di differenza.

Nel vasto scenario dell’universo, esistono corpi celesti che risalgono a miliardi di anni fa e che rappresentano delle vere e proprie “fossili cosmici”. Questi oggetti, come le stelle di Popolazione II, le galassie primordiali o gli asteroidi primitivi, ci offrono preziose informazioni sulle fasi iniziali della formazione dell’universo e sulla nascita dei sistemi stellari e planetari.

La loro osservazione, resa possibile da telescopi spaziali come il James Webb, permette agli scienziati di “guardare indietro nel tempo” e di ricostruire i primi atti della storia cosmica. Tra i corpi celesti più antichi vi sono anche alcune nane rosse e stelle molto povere di metalli, che si stima abbiano un’età vicina a quella dell’universo stesso, ovvero oltre 13 miliardi di anni.

La loro composizione chimica testimonia un’epoca in cui elementi pesanti come ferro e ossigeno erano ancora rari, perché non prodotti dalle prime supernove. Anche alcune galassie lontanissime, osservabili solo grazie a potenti strumenti, mostrano caratteristiche che risalgono a pochi milioni di anni dopo il Big Bang.

Studiare questi antichi corpi celesti non è solo un viaggio affascinante nella storia del cosmo, ma anche un’occasione per comprendere meglio le leggi della fisica, la formazione della materia e forse anche le origini della vita. Ogni stella antica, ogni roccia spaziale primitiva, è una pagina del grande libro dell’universo, che gli astronomi cercano ancora oggi di decifrare.

Meteoriti primitivi

Un’altra categoria di corpi celesti molto antichi è rappresentata dai meteoriti primitivi, in particolare le condriti carbonacee. Questi frammenti di roccia spaziale, caduti sulla Terra, si sono formati oltre 4,5 miliardi di anni fa, prima ancora che il nostro pianeta si consolidasse del tutto.

Analizzandoli in laboratorio, gli scienziati hanno scoperto che contengono composti organici complessi, inclusi amminoacidi, suggerendo che i mattoni fondamentali della vita potrebbero avere origini cosmiche. Questi piccoli reperti spaziali offrono dunque un collegamento diretto con le prime fasi del Sistema Solare e continuano a essere oggetto di grande interesse scientifico.

Pianeti
Pianeti (Depositphotos foto) – www.aerospacecue.it

Un corpo celeste antichissimo

Come riportato su tech.everyeye.it, la scoperta di 3I/ATLAS rappresenta un evento straordinario per l’astronomia moderna: non solo è uno dei pochissimi oggetti interstellari mai osservati. La sua età stimata, compresa tra 3 e 11 miliardi di anni, suggerisce che abbia attraversato la galassia per ere intere prima di entrare nel nostro sistema solare.

Provenendo probabilmente da una stella collassata, 3I/ATLAS è una sorta di “reliquia cosmica”, capace di raccontarci storie dimenticate dell’universo primordiale. Grazie ai moderni strumenti di osservazione come il telescopio James Webb e l’Hubble, gli scienziati possono ancora studiarlo in dettaglio, cercando di comprendere la sua composizione, il suo comportamento e il suo passato.