Tumori, si cureranno dallo Spazio | Avviata la produzione del farmaco salvavita: hanno le ore contate

Intervento chirurgico (Freepik foto) - www.aerospacecue.it
La cura delle malattie più aggressive e complesse parte dallo sviluppo spaziale? La produzione di farmaci si sposta verso il Cosmo
Nel corso delle ultime annate è innegabile sottolineare come la medicina globale sia stata capace di effettuare passi da giganti in termini di progressione ed evoluzione, rendendo possibile il trattamento di malattie fino a nemmeno troppo tempo fa inoperabili.
Si è assistito ad un netto miglioramento soprattutto circa l’attività di prevenzione, che attraverso screening periodici, ma anche test genetici, riescono ad anticipare l’eventuale insorgenza di una malattia.
Per non parlare delle tecniche diagnostiche, soprattutto non invasive, quali TAC, risonanze magnetiche, ecografie 3D, supportate proprio nell’ultimo quinquennio dall‘intelligenza artificiale e dalla sua capacità di prendere piede in modo rapido.
E’ chiaro, alcune situazioni restano ardue e complesse da gestire e non è ancora stato possibile determinare una cura per determinate patologie, soprattutto quelle più gravi e debilitanti. Ma paragonando il sistema sanitario e l’industria farmaceutica globali a quelli di 50 anni fa, è innegabile evidenziare un macroscopico progresso.
Uno step fondamentale
L‘industria farmaceutica globale, stando alle ultime notizie circolate, potrebbe aver trovato terreno solido dove avviare un nuovo tipo di sperimentazione che promette di rivelarsi fondamentale per l’uomo. Questo progetto, tuttavia, non troverà concretizzazione alcuna sulla nostra Terra, bensì nello Spazio, più precisamente nell’orbita bassa: è questo il metodo prodotto dalla startup californiana Varda Space Industries che ha annunciato un sostanzioso finanziamento per circa 173 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ad altre considerevoli somme già investite per un totale di 305 milioni di euro da impiegare nella produzione di farmaci direttamente nel Cosmo.
Tra le figure e gli enti di spicco che hanno partecipato a tale iniziativa si segnalano il miliardario Peter Thiel, Lux Capital, il Founders Fund, ma soprattutto Shrug Capital e Natural Capital, veri e propri artefici. La teoria portata avanti da Varda a sostegno dell’utilità di tale processo produttivo sottolinea come l’assenza costante dell’attrazione gravitale nello Spazio, che al contrario si renderebbe continua sulla Terra, permette ai processi di cristallizzazione dei principi attivi di svolgersi in modo maggiormente organizzato e stabile: quanto ne consegue è che una produzione cosmica favorirebbe risultati farmaceutici semplicemente non realizzabili sulla Terra.
Un impegno non casuale
E Varda, sebbene ci siano state delle sperimentazioni precedenti da parte di altri enti, è riuscita ad affermarsi come prima azienda in assoluto nel globo capace di processare materiali nell’orbita bassa seppur non all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. E considerando come l’impegno della azienda stessa si sia già rivelato determinante per favorire l’espansione dell’uomo in differenti regioni dello Spazio, ponendo il focus sempre sulla produzione farmaceutica.
Come nel caso della missione W-1, che ha inaugurato l’ascesa di Varda Space, durante la quale l’azienda si è dimostrata capace di coltivare cristalli di ritonavir, farmaco fondamentale per il trattamento del virus dell’HIV. La notizia ultima che conferma la volontà di Varda nel puntare con tutte le proprie forze e il proprio impegno verso una simile direzione vede l’inaugurazione di un nuovo laboratorio, volto a migliorare il processo di formulazione dei farmaci biologici mediante la cristallizzazione, recentemente aperto in California, nella città di El Segundo. A riportarlo è Reuters.com.