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Scoperto il primo “Pianeta Spazzino” | Peggio delle nonne: dove passa non ci trovi un briciolo di polvere

Protopianeta "spazzino" (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Protopianeta "spazzino" (Pixabay foto) - www.aerospacecue.it

Un pianeta che si fa largo lasciando tutto perfettamente pulito, come se avesse deciso di mettere ordine nel disordine dell’universo.

C’è qualcosa di affascinante nel guardare il cielo e pensare che, da qualche parte là fuori, si stia formando un altro mondo. Oggi, grazie a strumenti super avanzati, gli scienziati possono osservare con precisione spaventosa quello che succede in luoghi lontanissimi, dove stanno nascendo nuove stelle e, magari, nuovi pianeti. Zone sperdute dell’universo che una volta erano solo macchie indistinte, ora diventano dettagliate come cartoline.

Negli ultimi anni ci sono stati diversi momenti “wow”, tipo quando il JWST o ALMA sono riusciti a pizzicare le prime immagini di dischi stellari in fermento, pieni di gas, polveri e mistero. Ma c’è uno strumento che continua a farsi notare: il Very Large Telescope, o VLT per gli amici. È lì che spesso si fanno scoperte che, per dirla tutta, sembrano uscite da un libro di Asimov.

Questi dischi protoplanetari – sì, lo so, il nome è un po’ ostico – sono come delle gigantesche ciambelle spaziali fatte di roba che gira attorno a stelle appena nate. In mezzo a questo caos si formano pianeti. A volte i dischi si strappano, si contorcono, formano spirali, anelli e zone vuote. E ogni volta che si vede una stranezza del genere, gli astronomi ci si fiondano sopra sperando di aver trovato un altro piccolo indizio.

È un lavoro che richiede pazienza. Tantissima pazienza. Perché trovare un pianeta in mezzo a tutta quella polvere non è esattamente come pescare un pesce rosso in una boccia trasparente. Però, quando si trova qualcosa, è una festa. Ogni piccolo dettaglio aiuta a capire meglio come potrebbe essere nato anche il nostro Sistema Solare. E chissà, magari anche la vita.

Una scoperta nel cuore di un disco misterioso

Ultimamente il VLT ha tirato fuori dal cilindro un’altra chicca, come riporta Hardware Upgrade. Stavolta si tratta di un oggetto strano, incastonato dentro il disco che circonda una stella giovane chiamata HD 135344B. Sta a circa 440 anni luce da qui – insomma, dietro l’angolo, per gli standard cosmici. Francesco Maio, che lavora all’Osservatorio di Arcetri, ha detto una cosa che colpisce: “Non potremo mai vedere come si è formata la Terra, ma forse stiamo assistendo alla nascita di qualcosa di simile”.

Quello che rende speciale questa osservazione è che, a differenza di tante altre, qui gli scienziati sono riusciti a beccare direttamente il segnale del protopianeta. Non è solo un’ipotesi, insomma: c’è proprio la luce emessa dall’oggetto. E questo significa che la sua esistenza è molto più credibile rispetto ad altri casi simili, dove si intuiva la sua presenza solo da “effetti collaterali”.

Il pianeta (ESO - youtube screenshot) - www.aerospacecue.it
Il pianeta (ESO – youtube screenshot) – www.aerospacecue.it

L’indizio che cambia la comprensione dei sistemi planetari

E qui arriva la parte più strana, quasi buffa: questo pianeta appena nato, ancora circondato da polvere e gas, pare che stia… spazzando. Cioè, davvero. Secondo quanto riportato nello studio Unveiling a protoplanet candidate embedded in the HD 135344B disk with VLT/ERIS, si comporta come se stesse ripulendo la sua orbita, lasciando dietro di sé una zona pulita, libera da detriti.

Il soprannome “pianeta spazzino” non è a caso. È come se questo gigante, grande il doppio di Giove e lontano dalla sua stella quanto Nettuno lo è dal Sole, si stesse facendo strada nel disco protoplanetario. E il bello è che, grazie allo strumento ERIS montato sul VLT, gli scienziati sono riusciti a puntare il dito proprio su un braccio del disco che sembrava sospetto. Lì, in mezzo a un caos cosmico, hanno trovato qualcosa. E no, non è solo polvere.