Cometa interstellare 3I/ATLAS: potrebbe essere l’oggetto più antico mai osservato

Nuovi scenari spaziali (depositphotos.com) - www.aerospacecue.it
La cometa interstellare potrebbe essere il corpo celeste più antico mai osservato: nel suo cono tracce intatte dell’universo primordiale.
Si muovono nello spazio come viaggiatori ardenti, portando con sé storie multimillenarie, fatte di ghiaccio, roccia e memoria cosmica: sono le comete interstellari, le quali, evidenzia Wikipedia, si trovano nel mezzo interstellare senza essere gravitazionalmente ad alcuna stella. Tra queste spicca la cometa 3I/ATLAS, un oggetto stellare davvero speciale, forse il più antico mai visto dall’uomo.
Come riporta Live Science, questa cometa, avvistata per la prima volta nel 2019 e riconosciuta come interstellare solo nel 2023, sembrerebbe provenire da un sistema solare diverso dal nostro. La sua traiettoria iperbolica e la velocità con cui è entrata nel nostro sistema indicano chiaramente un’origine esterna, come già successo con altri oggetti interstellari famosi come 1I/‘Oumuamua e la cometa 2I/Borisov.
Ma ciò che rende 3I/ATLAS unica è la sua composizione interna, stando alla fonte e alle immagini analizzate. Un gruppo di astronomi, guidato da Amir Siraj dell’Università di Harvard, pensa infatti che questa cometa possa essere un residuo formatosi nei primi milioni di anni di vita della Via Lattea.
In altre parole, stando a quanto delineano i ricercatori, non sarebbe solo interstellare, ma antica a livello galattico, forse addirittura precedente alla nascita del nostro Sole!
Un cono “fragile”
L’aspetto più affascinante di 3I/ATLAS è il suo cono: una zona ricca di materiale volatile e instabile, che circonda il nucleo. A differenza delle comete del nostro sistema, questo cono presenta una composizione chimica e una distribuzione di polveri che suggeriscono che non abbia subito rimescolamenti termici. Secondo Siraj, è possibile che il cono della cometa abbia conservato intatte le sue caratteristiche originarie per miliardi di anni, senza mai essere modificato dal passaggio vicino a una stella.
Questo lo rende un vero e proprio archivio cosmico; secondo Live Science, sarebbe come un fossile dei primi tempi dell’universo galattico! Analizzando il cono sono state trovate tracce di isotopi rari, tra i quali il deuterio, e una distribuzione di composti organici molto complessi e che potrebbero svelare dettagli sulle prime fasi della sintesi chimica nello spazio profondo. Se confermata, questa scoperta aprirebbe nuove strade per capire l’evoluzione della galassia e la formazione dei sistemi planetari esterni a quello terrestre.
In attesa di nuovi spettacoli
Gli astronomi prevedono che entro la fine del 2025 la cometa potrebbe mostrare una coda spettacolare: infatti 3I/ATLAS si sta avvicinando sempre più al Sole e potrebbe diventare molto attiva, con i ghiacci che sublimano e rilasciano polveri visibili anche dalla Terra. Sarà quindi un’occasione straordinaria per osservare da vicino un oggetto che ha viaggiato attraverso lunghissime ed intere ere cosmiche prima di arrivare nei nostri cieli.
Il telescopio spaziale James Webb sarebbe già pronto per una campagna di osservazione dedicata, e altri osservatori internazionali stanno programmando di monitorarla costantemente. I dati raccolti serviranno non solo a tracciare la sua orbita, ma anche a scoprire ulteriori suoi segreti interni.