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Negli aeroporti finita la democrazia, dici addio alla tua privacy | Ti controllano da cima a fondo, chat sullo smartphone comprese

Controlli e allarme

Controlli e allarme (Canva-Freepik foto) - www.aerospacecue.it

Controlli così serrati non si erano mai visti: non solo i tuoi bagagli, ma anche i tuoi dati sensibili vengono passati al setaccio

Al fine di garantire la sicurezza di tutti i passeggeri, oltre che dei funzionari che esercitano le proprie funzioni direttamente sul volo o presso gli hub aeroportuali, è indispensabile che qualsiasi passeggero venga sottoposto a verifiche.

Ed è proprio in questo che consistono i controlli aeroportuali, basati su una serie di normative con valenza nazionale o (nella maggior parte dei casi) addirittura internazionali, al fine di armonizzare i controlli in qualsiasi gate del mondo.

Ovviamente il primo aspetto che viene approfondito è quello relativo ai documenti necessari per accedere al volo, a partire dalla carta d’identità o dal passaporto, indispensabili, ma in alcuni casi equiparabili, oltre alla carta d’imbarco e (se necessario) precisi visti che abilitino al raggiungimento di un dato Stato, fuori dai confini UE.

La fase più delicata è però quella del security check, quando il bagaglio a mano viene controllato sotto i raggi X per comprenderne il contenuto ed eventualmente impedire il passaggio di oggetti proibiti. Stessa sorte tocca al passeggero, chiamato a presentarsi al di sotto del metal detector per poter essere perquisito.

Nel vivo della privacy

La preoccupazione inevitabile è quella correlata non soltanto alle minacce relative alla possibile presenza di hacker o malintenzionati dello stesso genere che tentino di infiltrarsi all’interno dei nostri dispositivi, ma all’allarme che vedrebbe la privacy di ciascuno dei nostri dispositivi in enorme pericolo: la preoccupazione è quella che la stessa potrebbe essere violata, in modo totalmente legale, attraverso un software malevolo impiegato direttamente dalle forze dell’ordine. Il motivo è tutto da ricercare nella diffusione dello strumento Massistant, impiegato proprio dai militari in servizio al fine di estrapolare anche le informazioni private apparentemente più nascoste, come quelle riscontrabili all’interno dei dispositivi elettronici di ciascuno di noi, in quanto cittadini, ma soprattutto viaggiatori.

Infatti, ad onor del vero, il rischio più grande correlato alla possibilità di subire controlli mediante il Massistant è nell’ambito delle verifiche aeroportuali ai passeggeri, al momento dell’imbarco, così come dell’atterraggio: impiegando questo sistema le autorità hanno la possibilità di accedere ai dati siti all’interno del telefono, includendo messaggi privati, immagini, registrazioni audio, materiale video e molti altri dati sensibili che si riferiscono alla nostra persona, al fine di sorvegliare attentamente ed accertarsi circa l’assenza di elementi potenzialmente in grado di condurre l’attenzionato a situazioni scomode o sospette.

Infiltrati nel telefono
Infiltrati nel telefono (Shutterstock foto) – www.aerospacecue.it

Dove rischi maggiormente?

Chiaramente, le opinioni discordanti in merito al metodo sono state molteplici, data quella che, a detta di molti, è stata inquadrata come una vera e propria mancanza di tutela dei diritti individuali di ciascun cittadino, oltre che una macchia sulla democrazia. Questa situazione surreale sta avendo azione per mano delle forze dell’ordine cinesi, che passano in rassegna tutti i turisti che raggiungono la Repubblica Popolare una volta scesi dal proprio aeroplano; eppure l’incombenza, soprattutto nel corso delle ultime annate si è mostrata preoccupante anche relativamente alle dogane degli Stati Uniti d’America.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: come è possibile tutelare la propria persona? Probabilmente l’unica soluzione realmente valida è quella di cancellare preventivamente tutti i dati sensibili, magari trasferendosi su un altro dispositivo o procedendo con un backup. A scriverlo è Mister Gadget.