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Giovane gigante gassoso immortalato mentre prende forma a 440 anni luce da noi

Questa scoperta è molto interessante perché ci mostra un gigante gassoso, ma relativamente giovane. E non è nemmeno troppo lontano!

Certe stelle sembrano nascondere dei segreti, e HD 135344B è una di queste. Si tratta di una stella giovane, a circa 136 parsec da noi (circa 440 anni luce), circondata da un disco protoplanetario ricco di strutture complesse: spirali, cavità e asimmetrie che sembrano quasi disegnate da qualcosa che si muove al suo interno. Proprio lì, nel cuore di quel disco, un gruppo di astronomi ha identificato un potenziale protopianeta. Non è la prima volta che si ipotizza la presenza di un compagno invisibile, ma questa volta qualcosa è cambiato.

Per cercare tracce di un pianeta in formazione, il team guidato da Francesco Maio ha utilizzato lo strumento ERIS montato sul VLT, lavorando nell’infrarosso L-band con una tecnica molto particolare: un coronografo a vortice, in grado di oscurare la luce della stella e rivelare eventuali compagni nascosti. L’analisi dei dati, basata sull’uso dell’ADI-PCA (una tecnica che permette di eliminare la luce stellare residua), ha mostrato un segnale interessante proprio in corrispondenza della base di una delle spirali.

La stella HD 135344B, nota anche come SAO 206462, è già stata oggetto di numerosi studi. Il suo disco è un esempio classico di “transitional disk”, ovvero un disco con una grande cavità centrale, segno che qualcosa, magari un pianeta, sta già modellando la materia attorno a sé. In effetti, molte delle strutture osservate attorno a questa stella sembrano proprio compatibili con l’influenza gravitazionale di un corpo massiccio. Ma fino a oggi nessuno era riuscito a individuarlo chiaramente.

Ecco allora l’importanza di questo nuovo lavoro: i ricercatori hanno individuato un punto luminoso all’interno del disco, a circa 28 unità astronomiche dalla stella, in una zona compatibile con i modelli di interazione pianeta-disco.

Un segnale…particolare

Le osservazioni con ERIS hanno confermato la presenza delle strutture già note: le spirali S1, S2 e S2a, e una regione luminosa a sud della stella chiamata “blob”. Ma la novità è arrivata quando il team ha scovato un nuovo punto sorgente proprio alla base della spirale S2. Una piccola luce, debolissima, con un contrasto di circa 3 × 10⁻³ rispetto alla stella madre, visibile solo grazie a un’elaborazione attenta delle immagini. La separazione angolare è di 0.21”, che corrisponde a circa 28 au, e l’angolo di posizione è 87° rispetto al nord. Un dettaglio non da poco, perché proprio lì i modelli avevano previsto l’eventuale presenza di un protopianeta.

Questa sorgente, soprannominata HD 135344B b, sembra avere una massa attorno a 2 volte quella di Giove, secondo l’analisi condotta a diverse lunghezze d’onda. Tuttavia, il segnale nell’infrarosso è attenuato da una forte estinzione dovuta alla polvere (AV ~10 mag), il che rende difficile osservarla in bande più corte. L’elevata emissione in L-band potrebbe indicare la presenza di un disco circumplanetario, un dettaglio che rafforzerebbe l’ipotesi della natura planetaria dell’oggetto. 

Illustrazione del risultato dell’ADI-PCA ( Maio et al., 2025 FOTO) – aerospacecue.it

Un pianeta “scolpisce” il disco?

Come riportato dalla ricerca in questione, il disco di HD 135344B è stato osservato con ALMA, rivelando una cavità in gas e polvere millimetrica con raggio attorno a 40 au. È proprio in quella zona che si trova HD 135344B b, il che suggerisce che questo oggetto sia coinvolto nel processo di “pulizia” del disco interno, creando una vera e propria zona vuota.

Secondo i modelli teorici, pianeti di massa gioviana sono in grado di scavare cavità nei dischi protoplanetari, generare onde spiraliformi e persino formare trappole di polvere che facilitano la nascita di nuovi corpi. Anche l’interruzione della spirale S2, sembra coincidere proprio con la posizione del protopianeta rilevato.