Nessuno vuole più il turismo di massa | Qui ci vai solo se autorizzato: per avere il permesso sudi sette camicie

Stop all'overtourism (Canva-Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it
L’overtourism sta cominciando a mostrare i propri lati “negativi”. Comuni, regioni e governi allo studio per trovare una soluzione concreta
Quando una determinata meta del globo viene colpita da flussi turistici che sembrano non avere fine e che concentrano le visite degli avventori, spesso, nel corso di un unico periodo dell’anno, possiamo senz’altro menzionare il termine “turismo di massa”.
L’overtourism si basa sull’organizzazione di viaggi basati generalmente su pacchetti turistici standard, che si rendono più accessibili sotto il punto di vista dei prezzi, sfruttando i servizi offerti dalle compagnie low-cost.
Parliamo di un modo di concepire il viaggio esploso a partire dalla metà del secolo scorso ed incrementatosi in modo ancora maggiore, probabilmente, all’inizio del millennio corrente, anche grazie allo sviluppo proprio delle compagnie a basso costo.
Come ogni altro aspetto del viaggio, anche il turismo di massa porta con sé indubbi benefici, ma anche palpabili disagi, che non possiamo non tenere in considerazione. Il primo fra tutti è il sovraffollamento, che rende letteralmente irrespirabili determinate mete.
Le grane dei flussi turistici
E sapete qual è stata la città in assoluto più sovraffollata nel globo intero secondo i dati raccolti relativamente all’anno 2024? Dubrovnik, in Croazia, capace di raggiungere il tasso record pari a 27 turisti per ogni residente autoctono. Un luogo che sicuramente merita una visita per via dell‘importanza storica che ha ricoperto, ancora oggi chiaramente visibile dalle sue mura e dalle sue architetture antiche; scorci iconici e magici a tal punto da divenire location della pluripremiata serie HBO “Il Trono di Spade“.
Un elemento che, indubbiamente, ha comportato un ulteriore intensificarsi dei flussi turistici verso la Croazia. Parliamo di una meta da sempre apprezzata, soprattutto dai più appassionati di storia, ma che si è trovata costretta a gestire un ammontare di visitatori a dir poco impronosticabile, che hanno raggiunto la destinazione usufruendo di tariffe aeree agevolate, navi da crociera, ma anche automobili, generando eterne congestioni di traffico tra le strade circostanti a questa gemma lungo l’Adriatico. La città, a questo punto, si è trovata costretta ad intervenire, introducendo un sistema che potesse garantire la gestione del traffico urbano, con particolare riferimento all’area in cui si concentra prevalentemente il patrimonio storico-culturale della città, in favore della promozione di un concetto più sostenibile di mobilità nel centro città e nelle aree limitrofe.
Un’iniziativa necessaria
Come riportato anche da Si Viaggia, tra automobili a noleggio, autobus e taxi intrappolati nel traffico estivo, la Città Vecchia è divenuta quasi più un’autostrada, un grande snodo urbano, mettendo a rischio la propria identità ed integrità, nello specifico nel corso del periodo che va da Luglio ad Agosto, quando la presenza di turisti diventa asfissiante a tal punto da rendere impossibile anche soltanto prendere la macchina per spostarsi ai cittadini che abitano Dubrovnik durante tutto l’anno. Come cercare, dunque, di affrontare il problema?
Attraverso l’introduzione di una serie di regole specifiche, che di primo impatto potrebbero anche essere inquisite come eccessivamente severe e limitanti, ma che in realtà, si auspica, saranno in grado di migliorare l’esperienza complessiva dei numerosi turisti che continueranno a frequentare la città, oltre che fornire un nuovo “polmone” ai residenti, probabilmente minati più di chiunque altro dall’overtourism. In che modo? Mediante l’obbligo di prenotazione dell’orario di arrivo degli autobus, il parcheggio delle vetture a noleggio esclusivamente in specifiche aree e contingentando il numero di taxi che potranno circolare in città, fino ad un massimo di 700. Le pene corrispondenti alla trasgressione dei limiti consisteranno in multe salatissime, fino a 2.000 euro, per autisti di professione e avventori con mezzi propri.