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Stazione Spaziale Internazionale, pronto il cambio della guardia | Partiti i nuovi astronauti: li accompagna Elon Musk

IIS e Elon Musk

IIS e Elon Musk (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Per una missione che ha inizio, eccone un’altra che rientra in porto. I sistemi sviluppati dal tycoon hanno permesso di raggiungere la ISS in modo rapido ed efficiente

L’introduzione della Stazione Spaziale Internazionale ha segnato un significativo punto di svolta nella storia dell’astronomia e del settore aerospaziale moderno. Ma una simile opera, per importanza e investimenti, è dovuta necessariamente passare per una proficua attività di collaborazione.

Parliamo di un laboratorio orbitante in grado di ospitare, a turno, gruppi di astronauti, spediti in orbita dalla Terra per praticare esperimenti o sviluppare missioni, che trovano nella ISS una sorta di “rifugio“, dove poter lavorare a contatto diretto con lo spazio e con le sue caratteristiche.

Abbiamo precedentemente indicato come, attenzionandone l’enorme ambizione, ma anche le significative dimensioni, avesse necessariamente bisogno di una cooperazione determinante per poter vedere la luce; ed infatti sono stati oltre 15 i Paesi del mondo che hanno unito le forze per raggiungere l’obiettivo.

Nello specifico, i 5 protagonisti risultano essere la statunitense NASA, l’europea ESA, la nipponica JAXA, la russa Roscosmos e la canadese CSA, seguite da numerosi altri Stati del globo che hanno contribuito a livello tecnologico e finanziario a mettere in piedi una simile opera.

Un nuovo entusiasmante passo per la comunità

La Missione Crew 11 ha finalmente avuto inizio: l’epicentro, come molto al solito, è corrisposto al Kennedy Space Center, dove il razzo Falcon 9 è stato lanciato definitivamente in orbita, insieme alla navicella Crew Dragon Endeavour, ormai capace di accumulare una significativa esperienza, trovandosi al sesto volo della sua personalissima storia. La direzione? Proprio la Stazione Spaziale Internazionale, che sarà presto raggiunta da quattro astronauti di differenti provenienze.

Da un lato gli statunitensi Mike Fincke, pilota, alla sua quarta volta verso lo Spazio, e la comandante Zena Cardman, dall’altro il giapponese Kimiya Yui, che raggiungerà la ISS per la seconda volta, e il russo Oleg Platonov. Sulla Stazione Spaziale Internazionale, invece, sono già presenti i sette astronauti che hanno raggiunto la meta nel merito della Missione Expedition 73, che vede nel giapponese Takuya Onishi, comandante, affiancato dai russi Kirill Peskov, Sergey Ryzhikov e Alexey Zubritsky, oltre agli astronauti a stelle e strisce Jonny Kim, Anne McClain e Nichole Ayers, sulla stazione dal 19 Aprile 2025, con previsione di permanenza fino al prossimo Novembre.

Crew Dragon Endeavour
Crew Dragon Endeavour (SpaceX foto) – www.aerospacecue.it

Le ragioni dietro alla missione

Ma con quale scopo il nuovo team di astronauti raggiungerà i colleghi in orbita? Il fine fondamentale è quello di entrare nel merito di alcuni esperimenti, necessari da condurre proprio nell’ambiente spaziale, correlati allo studio dell’effetto dell’assenza di peso circa lo sviluppo delle cellule staminali. Il “pit-stop” sulla ISS sarà capace di rivelarsi determinante anche per operare attraverso più approfondite verifiche volte ad approfondire le condizioni della stessa capsula Crew Dragon Endeavour, che, come accennato pocanzi, è ormai arrivata al sesto volo della sua carriera.

Vale la pena attenzionarne lo stato, in quanto le capsule sviluppate per conto della SpaceX, agenzia privata di proprietà del multimiliardario sudafricano Elon Musk, sono inizialmente certificate affinché la loro autonomia risulti in grado di garantirgli soltanto cinque voli. A riportarlo è un articolo pubblicato su TG Com 24.