Stati Uniti in allerta, la Cina sta facendo le prove generali di guerra nello Spazio | Con queste armi polverizza tutto in un secondo

Illustrazione di una guerra spaziale (Canva FOTO) - aerospacecue.it
Purtroppo, una sorta di “guerra spaziale” non è così improbabile. Anche la Cina si sta preparando per affrontare questa situazione.
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di “guerre spaziali”, ma non nel senso fantascientifico con astronavi e laser. Si tratta piuttosto di conflitti geopolitici che potrebbero estendersi nello spazio, soprattutto attorno a satelliti e infrastrutture orbitali.
Oggi i satelliti sono fondamentali per comunicazioni, navigazione GPS, osservazione terrestre e attività militari. Distruggerli o disattivarli significherebbe paralizzare interi sistemi, civili e strategici.
Le armi spaziali non sono solo missili. Si parla anche di sistemi di disturbo elettronico, laser a terra per accecare sensori, o satelliti “killer” in grado di urtare e neutralizzare altri satelliti in orbita. Tutto questo apre scenari nuovi e molto delicati, anche dal punto di vista legale.
Ad oggi non esiste un vero trattato globale che regoli il conflitto nello spazio. La corsa a difendere (e attaccare) assetti orbitali è appena iniziata, e il rischio è che lo spazio diventi un nuovo terreno di scontro, invisibile ma con impatti molto concreti sulla vita di tutti.
Quello che (non) si vede sopra le nostre teste
La faccenda delle guerre spaziali non è più solo roba da serie TV o blockbuster americani. Ormai lo spazio è diventato un campo di manovra molto concreto, anche se invisibile a occhio nudo. I satelliti che tutti usano per GPS, internet, previsioni meteo o comunicazioni strategiche sono oggi in cima alla lista degli obiettivi sensibili. Se qualcuno li disattiva o li danneggia, le conseguenze sarebbero immediate.
Tanto per fare un esempio, come riportato da The Sun, a fine 2024 la US Space Force ha notato dei movimenti parecchio sospetti in orbita: cinque satelliti cinesi (tre Shiyan-24C e due Shijian-6 05A/B) hanno eseguito manovre sincronizzate, molto ravvicinate, quasi come una danza militare in assenza di gravità.
Come si sta evolvendo la situazione
Nel frattempo, come riportato dal The Sun, le tecnologie in gioco non si limitano a semplici “spintoni orbitali”. C’è di mezzo di tutto: dai laser installati a terra per accecare i sensori dei satelliti, a bracci meccanici montati su veicoli spaziali, progettati per agganciare e deviare oggetti nemici. Senza dimenticare le tecniche di disturbo elettronico, molto più diffuse di quanto si pensi. Cina e Russia hanno già sperimentato armi anti-satellite!
Per provare a mantenere un minimo di ordine, gli Stati Uniti stanno lavorando a una sorta di rete di difesa spaziale comune. Si parla addirittura di un’alleanza vera e propria, un po’ sulla falsariga della NATO, ma pensata per lo spazio: qualcosa come le “Allied Space Forces”. Anche l’Australia, all’interno del patto AUKUS, ha proposto di rafforzare le sue capacità di sorveglianza orbitale e lancio rapido. Il problema, però, resta normativo: il Trattato sullo Spazio del 1967 è ormai superato, e neppure gli Artemis Accords bastano.