Home » Terremoti, addio tragedie | Parte il monitoraggio dal mare: al primo minimo segnale partono le allerte

Terremoti, addio tragedie | Parte il monitoraggio dal mare: al primo minimo segnale partono le allerte

Prevenire in modo efficace i terremoti

Prevenire in modo efficace i terremoti (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una sfida che coinvolge la comunità intera: questo passo in avanti potrà produrre benefici significativi per tutti i cittadini

Soprattutto nelle zone altamente sismiche, le procedure di monitoraggio dei terremoti sono fondamentali al fine di prevenire, per quanto possibile, l’effettiva concretizzazione dell’evento, cercando di ridurre i rischi e gli eventuali danni.

L’obiettivo della rete sismica è quello di evidenziare i movimenti della crosta terrestre, analizzandone l’attività, proprio attraverso i rilevamenti di ogni minima vibrazione che le onde sismiche producono, praticamente in continuazione, al di sotto del suolo.

Tutto ciò che viene raccolto è poi soggetto all’invio a disposizione di centri di analisi che, fruendo anche di moderni software, si occupano di procedere con il calcolo degli epicentri e della magnitudo in soltanto qualche istante.

Nel nostro Paese l’ente di riferimento che si occupa di portare brillantemente a termine questa attività, è bene dirlo, estenuante e continua, è l’INGV, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che sebbene collochi la sua sede principale a Roma, possiede centri ulteriori, dislocati in tutta la Penisola.

Cresce l’allarme nella zona

Un enorme progresso sembrerebbe star passando tra le mani dei sismologi del Pacifico Nordoccidentale, attualmente impegnati nell’approfondimento dei terremoti mediante lo sfruttamento di una rete di cavi in fibra ottica posizionati sotto il livello del mare, già precedentemente installati al fine di favorire le telecomunicazioni, che si starebbero rivelando in grado di produrre risvolti ancora drasticamente migliorati grazie all’impiego dell‘intelligenza artificiale, che va a conciliarsi perfettamente con le già vaste dimensioni caratterizzanti la rete di cui si sta usufruendo.

Stando a quanto riportato dai ricercatori attraverso il Seismological Research Letters, l’area che si trovano correntemente a dover monitorare rappresenta una delle regioni più sismiche dell’intero territorio statunitense: non è un caso che proprio in questo territorio si concentrino più di 600 stazioni di monitoraggio, che si occupano di raccogliere ed approfondire dati, al fine di comprendere i movimenti che interessano le faglie di questa regione.

Funzionamento del DAS
Funzionamento del DAS (Cornell University foto) – www.aerospacecue.it

Una soluzione affidabile

A preoccupare in modo specifico gli abitanti della zona, situata a svariate miglie di distanza dalla terraferma, è la subduzione di Cascadia, ossia il punto di scorrimento della placca di Juan de Fuca al di sotto della placca nordamericana. Procedere al monitoraggio sotto i fondali oceanici, tuttavia, non è di certo un compito agevole, in quanto i metodi impiegati per i rilevamenti sotterranei sono spesso capaci di rivelarsi non sufficientemente adeguati.

Ed è per questo che i ricercatori si sono trovati costretti a procedere la sperimentazione servendosi della tecnologia basata proprio sui cavi di fibra ottica, nota come DAS, acronimo di Distributed Acoustic Sensing, che garantisce un’affidabilità maggiore per captare le onde sismiche. A riportarlo è Environmental News Network