Nei laghi di Titano si formano vescicole simili a protocellule, grazie agli impatti della pioggia metanica e a film anfifilici.
Immaginiamo un’olografia a distanze infinite, caratterizzata da un’atmosfera densa di tonalità arancione, mentre laghi di idrocarburi si trovano sotto cieli freddi e grigi: stiamo parlando di Titano, la luna più grande di Saturno, l’unico corpo celeste, oltre alla Terra, ad avere laghi liquidi stabili sulla sua superficie.
Secondo quanto riporta l’ANSA, studi indicano che all’interno di questi corpi d’acqua potrebbero nascere spontaneamente vescicole, piccole sfere sospese tra l’esterno e l’interno, strutture simili a cellule primitive. Titano potrebbe così fungere da laboratorio naturale per la chimica prebiotica, capace di generare le prime forme di vita, non necessariamente legate all’acqua.
Le vescicole – vere e proprie bolle che possono isolare un ambiente interno – si formerebbero quando le gocce di metano colpiscono i laghi, intrappolando molecole anfifiliche che, grazie alla loro affinità con gli idrocarburi liquidi, si organizzano in strati doppi.
Se questa teoria trovasse conferma, rappresenterebbe un avanzamento significativo nella creazione di protocellule, che sono i precursori delle cellule vive, in condizioni diverse da quelle presenti sulla Terra: in un universo dove l’acqua è considerata essenziale, Titano potrebbe dimostrare che la chimica può funzionare anche su basi completamente diverse.
Come riportato dalla Cambridge University e diffuso anche dall’ ANSA, la ricerca diretta da Christian Mayer e Conor Nixon presso il NASA Goddard Space Flight Center è stata pubblicata sull’International Journal of Astrobiology. Secondo il modello proposto, quando gocce di metano cadono nei laghi, si generano micro-gocce coperte da molecole anfifiliche — con una parte idrofila e una idrofoba — che, nel contatto con l’acqua idrocarburica, si uniscono a film superficiali, creando vescicole a doppio strato che contengono un’area interna isolata; queste strutture potrebbero essere viste come la “forma primordiale delle cellule”, ampliando il concetto di chimica prebiotica ben oltre l’ambiente basato sull’acqua terrestre.
Le ricerche indicano che Titano è unico nell’intero Sistema Solare: l’unico corpo celeste con laghi, fiumi e precipitazioni di idrocarburi liquidi come metano ed etano. La chimica attiva nell’atmosfera, insieme agli aerosol organici noti come “tholins“, contribuisce alla creazione di materiali organici complessi, già evidenziati in esperimenti simili.
In questo scenario, le vescicole costituiscono un’estensione naturale di tale chimica, avendo oltrepassato una barriera fondamentale: l’auto-organizzazione all’interno di compartimenti chiusi, che è la base della vita. Il successivo volo su Titano, rappresentato dalla missione Dragonfly della NASA, è previsto per il 2034 e si occuperà dello studio diretto della chimica superficiale della luna tramite un rotore-lander mobile.
In conclusione, la scoperta delle vescicole offre un obiettivo concreto per l’astrobiologia: se Dragonfly dovesse riuscire a individuare strutture simili o resti chimici compatibili, potremmo affermare di aver scoperto un laboratorio prebiotico extraterrestre, dove i mattoni della vita si assemblano secondo principi diversi!