Spazio, astronomi senza parole per questo segnale appena arrivato | Mai visto nulla di simile: preoccupazione alle stelle

Un evento imprevisto (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Mai nessuno si sarebbe aspettato un segnale del genere. La preoccupazione cresce a dismisura; c’è anche tanto interesse
Esistono una serie di fenomeni capaci di rivelarsi imprevisti anche dal punto di vista dei più navigati esperti, per via dell’impossibilità di collocarli all’interno delle categorie o dei modelli già esistenti.
Manifestazioni che superano ogni qualsivoglia teoria già perfettamente formulata, a partire dalla velocità dell’espansione cosmica, fino a trent’anni fa interpretato come un processo in rallentamento, oggi percepito come sempre più rapido.
Un altro segreto cosmico particolarmente affascinante riguarda la materia oscura, invisibile e misteriosa, ma significativa nei movimenti dei vari oggetti cosmici.
E parlando di pianeti, anche la scoperta dei primi extrasolari rappresentò un punto di svolta fondamentale: questi giganti gassosi, infatti, si collocavano nelle immediate vicinanze delle loro stelle, andandosi a formare ed evolvere in orbite molto strette.
Sono rimasti tutti stupiti
All’interno della galassia NGC 4945, sita ad addirittura 11 milioni di anni luce dalla Terra, gli scienziati hanno evidenziato la presenza di un elemento che sta continuando correntemente a brillare in modo decisamente curioso, come mai nessun telescopio si era mai rivelato in grado di sorprendere. Si tratta di una manifestazione quantomeno curiosa ed enigmatica, alla quale i ricercatori stanno provando a dare un’identità precisa: nel frattempo, tutto ciò che sappiamo è il nome che è stato attribuito al brillamento, chiamato “Punctum”.
La peculiarità di questo elemento è che lo stesso non risulta in grado né di mostrarsi alla luce visibile, tantomeno emettendo bagliori o raggi X, a dispetto della sua disarmante potenza, evidenziata, tuttavia, unicamente da millimetriche onde radio. Per questo appare complicatissimo definirne un’origine, ma anche solo una collocazione precisa: non si tratta di un buco nero, ma nemmeno di un magnetar o di un qualsiasi altro residuo ad oggi conosciuto dagli scienziati, che hanno la possibilità di attenzionarlo, provando a comprendere informazioni maggiorate, esclusivamente captando il segnale polarizzato e costante che ci arriva sulla Terra.
Molti dubbi da risolvere
E’ questo il più prezioso indicatore circa la presenza di un campo magnetico molto potente, a tal punto da mantenere sotto il proprio controllo anche particelle talmente cariche da raggiungere velocità pressoché analoghe a quelle della luce. La luminosità che Punctum è capace di raggiungere è approssimativamente corrispondente a milioni di volte in più rispetto a magnetar e di ogni qualsivoglia oggetto compatto fino ad ora conosciuto; questa caratteristica ha fatto sì che solamente la postazione ALMA, un’array di antenne sito nel bel mezzo del deserto di Atacama, si sia rilevato sensibile al punto da riuscirne a captare il segnale.
Le ipotesi indicano la possibilità che si tratti di un resto stellare, ma anche di un oggetto individuabile in una classe di elementi celesti totalmente ignoti alla comunità scientifica. A questo punto, secondo quanto riportato da Space.com, sarà il turno di James Webb: il telescopio spaziale punterà i propri strumenti proprio in direzione di Punctum, con grande fiducia da parte della comunità che l’infrarosso si riveli in grado di evidenziare la presenza di impronte e tracce che permettano di ricostruirne, almeno parzialmente, l‘origine e la storia evolutiva.