Vagava da oltre 50 anni nello Spazio | Rientrata sulla Terra, ora è avvolta dal segreto: la sonda URSS è un mistero mondiale

Sonda sovietica (Canva-Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it
Mezzo secolo a girovagare per il Cosmo prima di riapprodare sul Pianeta Terra. Sembra assurdo, ma è proprio ciò che è successo
Le sonde spaziali hanno rappresentato il principale punto di riferimento nel corso dei primi anni di “apertura delle frontiere” verso il Cosmo, ancora troppo sconosciuto, garantendo il compimento di un passo fondamentale.
Questi specifici dispositivi, infatti, vengono lanciati a bordo di razzi direttamente dalla Terra, prima di raggiungere orbite prestabilite e compiere percorsi già tracciati. Ma perché sono così importanti?
Perché in modo di fatto totalmente autonomo (non dispongono di equipaggio in carne ed ossa), riescono a raccogliere dati scientifici e informazioni fondamentali unicamente attraverso l’impiego degli strumenti dei quali dispongono a bordo.
Infatti, la presenza di spettrometri, rilevatori di particelle, telecamere e antenne paraboliche è indispensabile per garantire la buona riuscita delle missioni nelle quali vengono impiegati, anche lontani svariati migliaia di chilometri di distanza dal Sole.
Un avvenimento impensabile
Nel 1972 l’Unione Sovietica, che ricopriva allora un ruolo di dominio assoluto nello scenario spaziale internazionale, tentò una missione che prevedeva il lancio del Kosmos 482, una sonda spaziale, in direzione del Pianeta Venere. Il fine ultimo della spedizione fallì, non raggiungendo mai la meta designata, ma ad avere ancor di più dell’incredibile è senza dubbio il fatto che nel corso degli ultimi oltre cinquant’anni, il dispositivo non era mai riuscito a tornare sulla superficie terrestre.
Lo stesso si divise in quattro parti, una delle quali, con tutta probabilità proprio il modulo di atterraggio, avrebbe finalmente fatto riapprodo sul nostro Pianeta nella giornata di sabato 9 Agosto 2025, alle 07:16 (ora italiana). L’ESA ha annunciato ufficialmente tale avvenimento, seppur non fornendo indicazioni esaustive circa quello che sarà il futuro di tale frammento, in merito al quale non è chiaro neppure quanto avvenuto allo stato attuale, lasciando numerosi punti interrogativi persino relativi al rientro della capsula.
Quale futuro attendersi?
Infatti, sebbene la stessa fosse dotata di un sistema di paracadute, questo potrebbe ormai non risultare più pienamente funzionante, tenendo conto dell’usura del tempo, attribuibile tranquillamente a microimpatti, radiazioni e non soltanto. Questa speciale circostanza evidenzia ancora una volta quanto fondamentale paia progettare missioni che prevedano un sistema di rientro controllato, in modo da ridurre drasticamente i rischi.
Non è, infatti, raro che oggetti artificiali rientrino dall’orbita verso l’atmosfera, anche per quanto concerne strutture di dimensioni significative, che sebbene solitamente finiscano per disintegrarsi ancor prima di giungere sulla Terra o di schiantarsi negli Oceani, meritano di essere attenzionate in modo opportuno. Lo riporta un articolo pubblicato da Tom’s Hardware.