La Stazione Spaziale Internazionale ora fa paura davvero | Allarme rosso per gli astronauti: sono dovuti ritornare urgentemente

Stazione Spaziale Internazionale (NASA foto) - www.aerospacecue.it
Un’anomalia improvvisa interrompe una passeggiata spaziale e accende l’allerta sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Dalla Terra sembra tutto sotto controllo. Le immagini della Stazione Spaziale Internazionale scorrono tranquille, tra moduli bianchi e movimenti lenti. Ma lassù, ogni gesto è una sfida. Ogni giorno in orbita è un esercizio di precisione, e basta un segnale fuori posto per far cambiare il ritmo a tutto. Gli astronauti vivono immersi in protocolli, regole e piani di emergenza, pronti a reagire se qualcosa va storto. E sì, ogni tanto qualcosa va storto davvero.
L’ambiente spaziale è tanto affascinante quanto… ostile, diciamolo. Non c’è aria, non c’è pressione, e fuori da quei moduli la temperatura passa da +120 a -150 gradi. Lo spazio non perdona le distrazioni. Per questo ogni attività, anche le più “normali”, dev’essere pianificata con un livello di dettaglio quasi maniacale. Ma anche con tutta la pianificazione del mondo, ci sono cose che non si possono prevedere.
La ISS è un capolavoro di collaborazione: NASA, Roscosmos, ESA, JAXA, CSA… un puzzle internazionale che funziona dal ’98. Ma dietro le quinte, mentre gli esperimenti scientifici vanno avanti, c’è un’attività frenetica di manutenzione e controllo. Perché tenere in piedi una stazione che orbita a 27.600 km/h non è proprio una passeggiata. E ogni uscita extraveicolare è un salto nel vuoto, in tutti i sensi.
Eh già, le famose “passeggiate spaziali”. Da quaggiù sembrano lente, perfino poetiche. Ma sono tra i momenti più delicati per chi è là fuori. Appena si stacca il piede (ok, lo stivale) dalla ISS, tutto cambia. Ogni cavo, ogni attrezzo, ogni aggancio diventa essenziale. E se qualcosa non va… bisogna agire, e in fretta.
Momenti di tensione fuori dal modulo
È successo proprio questo, qualche giorno fa. Come riporta anche Everyeye, due cosmonauti russi erano impegnati in una normale attività fuori dalla stazione, quando — all’improvviso — è arrivato l’ordine di rientrare subito. Niente panico, solo prontezza. Dall’interno avevano notato qualcosa di strano, una specie di formazione che non doveva esserci. Le comunicazioni si sono fatte più fitte, i movimenti più rapidi. Tutto secondo procedura.
Quella formazione sospetta era in realtà uno sversamento di fluido refrigerante. Poca roba, ma abbastanza da contaminare un cavo di sicurezza, quello usato da Oleg Kononenko per restare agganciato alla struttura. Una cosa da nulla? Neanche per sogno. Alla fine della passeggiata, il cavo è stato sigillato e lasciato fuori, mentre la perdita è stata isolata.
Un’anomalia gestita con freddezza
Tutto sotto controllo, per fortuna. I tecnici a Terra si stanno occupando dell’analisi, ma gli astronauti non hanno riportato conseguenze. Kononenko, nonostante l’età — ha superato i sessanta —, è tornato dentro in perfetta forma. Anzi, lui è uno di quei casi curiosi: il viso ancora giovane, quasi come se il tempo, nello spazio, scorresse più lentamente.
E in effetti è così. Il corpo umano, in orbita, cambia. E Kononenko ne è la prova vivente. Più di 800 giorni passati nello spazio e ancora in attività. Questo episodio lo ha messo alla prova, certo, ma ha anche dimostrato quanto l’esperienza conti. E quanto, nonostante tutto, lì sopra si riesca ancora a reagire con lucidità.