NASA, un errore imperdonabile ha fatto fallire una missione importantissima | Sonda rimasta senza energia: era alla scoperta dell’acqua sulla Luna

La missione del Lunar Trailblaizer (NASA foto) - www.aerospacecue.it
Un’ambiziosa missione lunare nata con grandi ambizioni si è spenta nel vuoto dopo poche ore: ecco cosa è successo.
Quando si parla di missioni spaziali, ogni piccolo dettaglio può diventare un punto critico. Soprattutto quando si ha a che fare con strumenti delicatissimi e milioni di dollari in gioco. Basta un calcolo non proprio perfetto, o una rotazione imprevista, per mandare in frantumi mesi di lavoro. E purtroppo non sempre c’è spazio per rimediare.
Negli ultimi tempi la Luna è tornata ad essere un po’ la star delle agenzie spaziali. NASA in testa. C’è un rinnovato entusiasmo, un mix di nostalgia da corsa allo spazio anni ’60 e nuove ambizioni tecnologiche. L’obiettivo? Capire cosa c’è davvero là sopra, soprattutto in termini di risorse naturali. E magari, tra non molto, tornarci sul serio con missioni umane più stabili. Però, c’è un però.
Per contenere i costi, si è scelto spesso di puntare su progetti più leggeri, rapidi, quasi “sperimentali”. Parliamo di missioni a basso costo e rischio controllato (almeno, sulla carta). Sì, perché l’innovazione costa – ma meno soldi significano anche meno margini di sicurezza. E quando qualcosa va storto, la domanda sorge spontanea: vale davvero la pena rischiare tutto così?
Le opinioni, come prevedibile, si spaccano. Da una parte c’è chi difende l’audacia di certi tentativi: senza rischio, niente scoperta. Dall’altra c’è chi vorrebbe più prudenza, più investimenti e – diciamolo – meno disastri evitabili. Ma in ogni caso, il fallimento fa parte del gioco. O almeno, questo è quello che si dice per provare a digerirlo.
Quando le comunicazioni si spengono, è già troppo tardi
Lunar Trailblazer era partita con tutte le carte in regola. Lanciata il 26 febbraio 2025 grazie a un Falcon 9 di SpaceX, la sonda doveva esplorare – con strumenti super precisi – la presenza di acqua sulla Luna. Dopo appena un giorno, però, il silenzio. Niente più segnali. Per mesi si è cercato in tutti i modi di ristabilire un contatto, ma niente da fare. Il 31 luglio la NASA ha chiuso il capitolo, dichiarando ufficialmente fallita la missione.
Secondo quanto riportato da Tom’s Hardware tramite ScienceDaily, il problema è stato nei pannelli solari: orientati male, non sono riusciti a ricaricare le batterie. La sonda è rimasta senza energia e ha iniziato a ruotare lentamente nello spazio, allontanandosi dalla rotta prevista. E no, non è mai riuscita a riprendersi. Un’occasione persa, e una lezione dolorosa.
Strumenti avanzatissimi, ma finiti nel vuoto
Dentro Lunar Trailblazer c’erano due strumenti davvero avanzati. Lo spettrometro HVM3, sviluppato dal Jet Propulsion Laboratory, e il Lunar Thermal Mapper, realizzato dall’Università di Oxford. Dovevano raccogliere dati cruciali su acqua, minerali e temperatura della superficie lunare. Ma con la perdita del satellite, è andato tutto perso. O quasi.
C’è comunque un lato positivo – o meglio, un tentativo di salvar qualcosa. Le tecnologie create per questa missione non verranno buttate via. Alcune componenti verranno riutilizzate in missioni future. Come ha spiegato la NASA, ogni fallimento aiuta a capire meglio come fare le cose la prossima volta. Sì, è andata male… ma non è tutto da buttare.