Via Lattea più ricca: scoperte più galassie satellite del previsto

Ne ha più di 50 (depositphotos.com) - www.spacecue.it
Astronomia: la Via Lattea potrebbe contenere tra 80 e 100 galassie satellite, ben più rispetto alle 50 conosciute.
La nostra galassia, la Via Lattea, continua a stupirci: recenti simulazioni al computer hanno rivelato che potrebbe contenere tra 80 e 100 galassie satellite, un numero notevolmente superiore rispetto a quelle finora registrate.
Questo insieme nascosto, formato da piccole compagne stellari del nostro sistema, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui contiamo la galassia principale e la nostra conoscenza sulla materia oscura. Secondo un articolo dell’ANSA, la ricerca dell’Istituto di Cosmologia Computazionale dell’Università di Durham ha utilizzato modelli di materia oscura fredda (ΛCDM) per calcolare un totale di satelliti ben più alto dei circa 50 attualmente conosciuti.
I risultati supportano una questione chiave nella cosmologia contemporanea: i “satelliti mancanti”. Da tempo, la discrepanza tra predizioni teoriche ed osservazioni reali solleva interrogativi sulle caratteristiche della materia oscura e sulle modalità di formazione delle galassie nel loro ambiente.
Grazie all’impiego di supercomputer avanzati e di modelli matematici sofisticati, i ricercatori di Durham hanno scoperto una popolazione di galassie satellite estremamente deboli e senza il classico alone scuro che le contraddistingue — definite “orfane” — potenzialmente in grado di colmare parte di questa lacuna.
Simulazioni e galassie “orfane”
Come riportato, tra gli altri, da AGI, ANSA e dalla Yale University, queste simulazioni, presentate durante un incontro della Royal Astronomical Society a Durham, indicano che il numero di satelliti potrebbe variare da 80 a 100, superando notevolmente le 50 finora scoperte grazie all’osservazione diretta. Phys.org aggiunge che queste galassie orfane sono state concepite come entità quasi prive di aloni di materia oscura originaria, ma resistenti nel lungo periodo.
Space.com e ABC News evidenziano la combinazione tra analisi dei supercomputer con modelli matematici per localizzare queste galassie ultra-deboli, preparandole per future osservazioni attraverso strumenti potenti come quelli del Rubin Observatory. Nello specifico, il Vera C., recentemente operativo con la sua camera LSST, rappresenta la soluzione ideale per individuare queste fragili compagne della Via Lattea: la sua capacità e il suo ampio campo visivo potrebbero finalmente renderle visibili.
Osservazioni future
Queste galassie orfane avvalorano il modello ΛCDM, il quale prevede un elevato numero di satelliti nelle dinamiche di formazione delle strutture cosmiche. Inoltre, studi come quello del SAGA Survey (Satellite Around Galactic Analogs), che ha esaminato galassie simili alla Via Lattea in sistemi distanti, dimostrano che la nostra galassia ha una popolazione di satelliti atipica, aumentando l’interesse per la ricerca delle galassie attualmente invisibili.
Negli anni recenti, la scoperta di galassie satelliti estremamente deboli, come Virgo I e Segue 1, ha messo in luce il fatto che il cielo nasconde numerosi obiettivi al di sotto della soglia di rilevamento degli ampi survey. Il nuovo studio si propone di dare continuità a questa linea di ricerca: la Via Lattea potrebbe avere quasi il doppio delle galassie satellite, un accertamento cruciale per la teoria e la comprensione della materia oscura.