Siamo alle solite, gli scienziati non sanno da dove cominciare | È arrivato un segnale strano che li ha pietrificati

Segnali dalla galassia (Unsplash foto) - www.aerospacecue.it
Imprevedibile e mai rinvenuto prima: questo segnale ha immediatamente gettato nel panico la comunità. Nasconde segreti del tutto inconcepibili
Quando si parla di segnali provenienti dalle galassie si sta facendo riferimento a emissioni intercettate direttamente dagli astronomi, spesso provenienti da regioni molto distanti del nostro Universo, ma che possono essere rilevati anche nella nostra stessa galassia.
Ad affascinare gli addetti ai lavori è la frequente poco chiara origine degli stessi segnali, che possono risultare in onde radio, impulsi luminosi o raggi X, a loro volta attribuibili a fenomeni naturali di assoluto interesse per la comunità.
Tali segnali permettono, infatti, di studiare non soltanto le condizioni e le caratteristiche fisiche di ciascuna galassia, accrescendo le informazioni disponibili sulle stesse, ma fornendo informazioni determinanti anche relativamente alla distribuzione della materia.
L’evoluzione cosmica e i meccanismi che la regolano, insomma, possono essere compresi appieno soltanto analizzando precisi segnali e aspetti, proprio come quelli che il cosmo stesso fornisce a disposizione degli studiosi.
Mai approfondita una cosa del genere
Arriva direttamente dalla Via Lattea, ma dall’area più distante e imperscrutabile della nostra galassia, ed è proprio per questo che ha mandato in totale cortocircuito l’intera comunità scientifica. Parliamo di un segnale radio proveniente da una stella di neutroni, il cui lungo e complesso nome viene più comunemente indicato con l’abbreviazione ASKAP J1935+2148.
La distanza di questo oggetto situato nel Piano della Via Lattea, risulta essere pari a 15.820 anni luce rispetto alla Terra, caratteristica che, tra le altre, contribuisce a rendere questo segnale come unico nel suo genere. Infatti, si è scoperto che questa stella intervalla periodi in cui si caratterizza per pulsazioni estremamente “violente”, ad altri in cui, invece, le stesse risultano essere deboli o assenti.
Restano enormi punti interrogativi
Ma oltre a ciò, non sono ancora chiare indicazioni esaustive, a parte il fatto che, come ormai gli scienziati hanno imparato a comprendere, le stelle di neutroni altro non sono che “carcasse” successive alla morte di una stella, contraddistinte dal fenomeno dell’espulsione del materiale esterno direttamente nello Spazio, finendo per esplodere sottoforma di supernova, con il nucleo rimasto soggetto ad un inevitabile collasso a causa della gravità.
A seguito di tale processo le stelle di neutroni possono apparire in diverse forme, come quella di base, i pulsar, che emettono raggi radio, o magnetar, che presentano un campo magnetico estremamente potente. Sebbene, come specificato anche da un articolo di Science Alert, la comunità si sia trovata a fronteggiare questo tipo di segnali numerosissime volte nel corso degli anni, il comportamento degli stessi non ha mai seguito la medesima linea. Ciò significa, potenzialmente, che ASKAP J1935+2148 potrebbe rappresentare, come esaminato dagli astronomi stessi, un “ponte tra stelle di diverse tipologie”, la cui origine potrebbe essere ricondotta a magnetar contraddistinti da periodi di pulsazioni prolungate e a bassa luminosità di raggi X.