La Cina ha scovato il nascondiglio segreto degli alieni sulla Terra | Partita la caccia negli abissi marini

Ufo sull'acqua (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un drone mutaforma cinese scende negli abissi più profondi del pianeta per esplorare un territorio ancora quasi del tutto ignoto.
Non è una novità che l’oceano nasconda più misteri di quanti possiamo immaginare. Da secoli ci affascina, ci spaventa, e ci fa fantasticare su tutto ciò che potrebbe trovarsi là sotto. Creature mai viste, città sommerse, o forse… qualcosa di ancora più strano. Il punto è che, per quanto si sia evoluta la scienza, lì sotto resta tutto incredibilmente incerto.
Con le nuove tecnologie, oggi ci possiamo spingere molto oltre rispetto al passato. Eppure, ogni passo in avanti sembra aprire altre dieci porte. Robot sempre più piccoli, flessibili, intelligenti si infilano dove l’uomo non può nemmeno sognarsi di arrivare. Ma anche così, ogni metro guadagnato negli abissi ci restituisce più domande che certezze.
Il bello – o il problema, dipende dai punti di vista – è che più andiamo a fondo, più le ipotesi diventano affascinanti. Alcuni scienziati iniziano a parlare apertamente della possibilità che negli abissi si nascondano forme di vita completamente diverse da quelle conosciute. Parliamo di ambienti talmente estremi da sembrare quasi… extraterrestri. Non a caso, qualcuno inizia a chiedersi se non sia lì che dovremmo cercare davvero gli “alieni”.
Dietro questo interesse crescente, c’è anche la spinta di potenze globali che non vogliono farsi sfuggire nulla. Nuove risorse? Organismi sconosciuti? Segnali inspiegabili? Qualunque cosa sia, val la pena investire tempo, denaro e cervelli per scoprirlo. E quando a muoversi è un Paese come la Cina, con mezzi avanzatissimi e un’agenda molto ambiziosa… beh, l’attenzione si accende subito.
Un salto in fondo, ma proprio in fondo
Questa volta, infatti, è stata proprio la Cina a sorprendere tutti. Hanno mandato nelle profondità della Fossa delle Marianne un robot minuscolo, appena 50 centimetri di lunghezza, ma capace di cambiare forma e adattarsi a quello che trova. Una specie di robottino trasformista che si muove tra le rocce come un granchio o scivola tra le correnti come un pesce. Un gioiellino di ingegneria.
L’hanno progettato all’Università Beihang, a Pechino, e lo hanno testato in più fasi. Prima a 1.300 metri, poi sempre più giù, fino a toccare il fondo del mondo (letteralmente). Il drone resiste a pressioni spaventose, che a detta degli esperti sarebbero come “reggere il peso di un iceberg” – frase vera, detta proprio da una delle ricercatrici del team. E la cosa più assurda? Sfrutta quella pressione per muoversi più velocemente. Cioè, usa il problema come carburante. Geniale.
Tra “alieni” e ipotesi da brivido
Ora, qui viene il bello. Perché tutta questa missione – ed è stato The Sun a riportarlo – non è stata solo un test tecnico. No. L’obiettivo ufficiale era cercare tracce di “alieni” nelle profondità oceaniche. Lo so, suona come una trovata da film di fantascienza o da sito complottista, ma in realtà c’è un senso logico dietro. Gli scienziati spiegano che gli abissi sono talmente estremi da rappresentare un habitat “alieno” per definizione. E quindi, se c’è qualcosa di ancora sconosciuto sulla Terra, potrebbe essere lì sotto.
Il drone ha già mostrato di potersi infilare ovunque, senza sollevare sabbia né farsi distruggere dalla pressione. E se davvero ci fosse qualcosa nascosto da secoli nei fondali, ora c’è uno strumento in grado di andarlo a scovare. Che si tratti di vita biologica sconosciuta o di… altro, la caccia è ufficialmente cominciata. E stavolta, non si scherza.