USA e Cina, scoperta scientifica che mette fine ai carburanti | Hanno ottenuto tutto dalla plastica: sarà la benzina del futuro

Stop ai carburanti tradizionali (Canva-Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
I ricercatori potrebbero aver trovato la reale chiave di svolta. Si prospetta un futuro all’insegna della sostenibilità economica e ambientale
I carburanti tradizionali sono con sempre più frequenza interessati dalla possibilità di sostituzione, in favore di alternative più convenienti per la tasca di produttori e consumatori, ma anche maggiormente favorevoli nei riguardi dell’ambiente.
Infatti, rispetto ai canonici diesel o benzina, le due categorie principalmente diffuse e impiegate di carburanti, le alternative in studio dovranno rivelarsi in grado di rilasciare un quantitativo di CO2 significativamente ridotto, così come di ossidi di azoto e di polveri sottili.
L’inquinamento produce effetti nocivi sull’ambiente, andandosi a ripercuotere direttamente sulle persone, che a seguito di un’esposizione prolungata potrebbero avere più facilità nello sviluppo di patologie cardiovascolari o respiratorie.
Inoltre, il fatto che gas, ma anche il petrolio, non siano fonti rinnovabili, rendendo necessario un enorme lavoro in termini di sforzo e costi per procedere all’estrazione degli stessi, rappresenta un vero e proprio vincolo alla dipendenza economica ed energetica di molti Paesi.
La svolta davanti ai nostri occhi
Il lavoro congiunto di un gruppo di scienziati provenienti dal Pacific Northwest National Laboratory, dalla Columbia University, dall’Università Tecnica di Monaco e della East China Normal University ha permesso di ottenere risultati realmente interessanti, con un’efficienza di conversione che si aggirerebbe, addirittura, attorno al 95%, rendendo finalmente possibile la definitiva risoluzione di una delle più grandi sfide ambientali che la comunità globale si sta trovando costretta a fronteggiare.
In che modo? Riconvertendo circa 10 miliardi di tonnellate di plastica in carburanti. Il PVC e le poliolefine, infatti, generano un quantitativo complessivo di rifiuti a dir poco vasto. Il riciclaggio chimico di tali elementi risulta essere complesso e dispendioso e provoca il rilascio di una serie di composti tossici nel corso della decomposizione.
Il funzionamento dell’innovativo metodo
Gli scienziati hanno compreso come impiegare liquidi ionici cloroalluminati per trasformare i rifiuti in acido cloridrico, che può essere riutilizzato in modo intelligente, ma anche in idrocarburi liquidi combustibili. Con questo processo potrebbe divenire finalmente possibile impiegare quelli che apparentemente figurano unicamente come scarti come elementi di effettivo utilizzo industriale, per di più a fronte di un costo non poi così dispendioso, anche grazie alla possibilità di sfruttare infrastrutture già esistenti, come nel caso delle raffinerie.
Sia il continente asiatico, sia quello europeo, come riportato da DayHospitalSRL, sono stati oggetti di numerose sperimentazioni, passate dall’avallaggio di progetti pilota, determinanti specie nelle aree del globo in cui i rifiuti non riescono ad essere classificati e differenziati nel modo opportuno.