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Ultim’ora, è allerta tsunami nel Mediterraneo | Eruzione imminente: in 20 minuti le onde arriveranno in Campania

Illustrazione di uno tsunami (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Illustrazione di uno tsunami (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Nel Mar Tirreno dorme un gigante temibile: la sua instabilità potrebbe cambiare per sempre le coste del Sud Italia.

Il Mar Tirreno, calmo e azzurro com’è, nasconde qualcosa che in pochi conoscono davvero. Sotto quella superficie apparentemente tranquilla, c’è una creatura silenziosa che da tempo attira l’attenzione di studiosi e centri di ricerca. Un gigante geologico, immobile ma potenzialmente pericoloso, si estende nel profondo, e no — non è leggenda, né fantascienza. È lì da migliaia di anni, e il suo nome fa tremare più di qualche esperto.

La questione è che non si tratta di un vulcano qualsiasi, né di una semplice anomalia geologica. Parliamo di una struttura enorme che — ehm, scusate — che è sorvegliata giorno e notte, giusto per capirci. I segnali non sono costanti, ma il solo fatto che ci siano, ogni tanto, piccole variazioni, basta a far scattare protocolli e misure di prevenzione. Perché sì, nel profondo del Tirreno si nasconde qualcosa che non dorme mai del tutto.

Le regioni del Sud, da sempre abituate a convivere con vulcani e terremoti, si trovano stavolta ad affrontare un’eventualità molto diversa: una minaccia che non si vede e che arriva dal basso, dal mare stesso. E se ci pensi, è ancora più inquietante. Non c’è fuoco, non c’è fumo, solo una massa colossale che potrebbe cambiare il volto di intere zone costiere.

Ed è proprio qui che nasce il dilemma: parlarne senza creare il panico. Le autorità, la stampa e gli stessi scienziati camminano su un filo sottile. L’obiettivo è informare, sì, ma anche evitare allarmismi. Il punto è che, quando si entra nel campo delle ipotesi estreme ma plausibili, è difficile restare indifferenti, specie se gli aggiornamenti iniziano a farsi più frequenti.

Cosa potrebbe succedere se tutto crollasse

Immagina milioni di tonnellate di detriti che, all’improvviso, scivolano lungo il fondale marino. Il fondale si deforma, il mare si muove, ma nessuno vede nulla — almeno non all’inizio. Le onde, invisibili a occhio nudo, si propagano a una velocità assurda… e quando finalmente emergono, è troppo tardi. Secondo i dati, Napoli potrebbe essere colpita entro 30 o 45 minuti, con onde alte fino a 4 metri. Le sirene suonano, ma il mare è già lì.

Tra le zone più esposte ci sono la Sicilia settentrionale, la Calabria e la costa campana. I tempi di reazione sono cortissimi, quasi nulli in certi punti. Anche la Sardegna orientale — che pensavi al sicuro — verrebbe raggiunta entro un’ora.

Marsili (astrotim universe - youtube screenshot) - www.aerospacecue.it
Marsili (astrotim universe – youtube screenshot) – www.aerospacecue.it

Un sorvegliato speciale sotto il mare

Secondo quanto riportato da Scienza Conoscenza & Tecnologia in un post su Facebook, il Marsili — il vulcano sommerso più grande d’Europa — si trova in una situazione di equilibrio instabile. Con i suoi 3.000 metri di altezza (sì, tremila) e una lunghezza di circa 70 chilometri, è davvero un colosso. Gli studiosi dell’INGV lo tengono d’occhio in continuazione, e anche se al momento non ci sono segnali d’eruzione… beh, la sua struttura è considerata fragile.

Il vero pericolo non è tanto l’eruzione in sé, quanto il rischio che una porzione del vulcano possa cedere all’improvviso, generando una frana sottomarina gigantesca. Questo tipo di evento, dicono gli esperti, potrebbe innescare uno tsunami capace di raggiungere le coste del Sud Italia in pochi minuti. In certe simulazioni, le onde arrivano fino a 10 metri d’altezza nella parte nord della Sicilia. Giusto per farti un’idea della portata. È uno scenario estremo, chiaro, e non ci sono segnali immediati… ma il Marsili è lì, silenzioso, e potrebbe — un giorno — decidere di svegliarsi sul serio.